Per ricerca solo 15% intervistati si ritiene di essere preparato
(DIRE- Notiziario Sanita') Roma, 25 set. - Le linee guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche, gay e bisessuali (Lgb), deliberate dall'Ordine del Lazio, sono un punto di riferimento per tutti gli psicologi. Sono le parole del presidente dell'Ordine nazionale degli psicologi, Giuseppe Luigi Palma, in apertura della conferenza di presentazione del documento presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma.
Si tratta di uno strumento "tecnico, culturale, professionale e simbolico" nato dall'esigenza di fornire a psicologi e psicoterapeuti "informazioni e punti di riflessione sul tema dell'omosessualita', per colmare le lacune e le mancate conoscenze al riguardo", spiega Vittorio Lingiardi, ordinario di Psicologia dinamica alla Sapienza Universita' di Roma, psichiatra, psicoanalista ed autore del documento. Infatti, da una ricerca sugli atteggiamenti degli psicologi verso l'omosessualita', promossa dal professor Lingiardi e condotta dal 2009 al 2013 in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Puglia, e' risultato che solo il 15% degli psicologi intervistati (su un totale di 3.135 partecipanti) ritenga di essere adeguatamente preparato su tematiche cliniche e teoriche relative all'omosessualita'. Mentre il 25%, quindi un quarto dei partecipanti, afferma di non essere affatto preparato.
E sebbene dalla ricerca risulti che il 76% degli psicologi consultati si ritenga in linea con l'Organizzazione mondiale della Sanita' nell'affermare che "l'omosessualita' sia una variante normale della sessualita'", il 58% degli stessi gestirebbe poi l'omosessualita' conflittuale tentando di modificarne l'orientamento sessuale.
Eppure "non e' l'omosessualita' che deve essere curata e prevenuta, non essendo una patologia, ma l'eventuale disagio che puo' nascere dall'interiorizzazione dello stigma sociale (la cosiddetta omofobia interiorizzata)", aggiunge il coautore delle linee guida LGB, lo psicoterapeuta Nicola Nardelli. "Cercando di convertire l'omosessualita' in eterosessualita'- sottolinea il coautore- si produrrebbero solo danni alla persona con conseguente aumento del disagio".
Ma le false credenze non si fermano qui, tanto che il 42% degli intervistati ha dichiarato anche che l'omosessualita' derivi da una mancata identificazione con il proprio ruolo di genere. Un dato che mette in evidenza "la confusione esistente tra orientamento sessuale e ruolo di genere- precisa Lingiardi- retaggio di alcune vecchie teorie psicoanalitiche che vedevano nell'uomo omosessuale una donna mancata e viceversa". Rompere i pregiudizi e le stigmatizzazioni su questo tema e' quindi un obiettivo importante delle linee guida LGB: "La ricerca scientifica ci dice che gli adolescenti omosessuali sono esposti tre volte di piu' al rischio suicidio rispetto ai coetanei eterosessuali. In particolare- aggiunge Lingiardi- il rischio di commettere suicidio aumenta in quei giovani gay che riferiscono alti livelli di rifiuto familiare. Mentre diminuiscono i problemi e le loro difficolta' psicologiche nei paesi in cui sono riconosciuti, dove esistono leggi contro l'omofobia e nei contesti di organizzazioni religiose che li accolgono".
A conclusione della conferenza e nei momenti di break si e' diffusa in sala la musica di Tchaikovsky.
"Mi e' capitato di leggere ultimamente che in Russia qualcuno ha intrapreso una campagna per mettere al bando la sua musica, essendo gay. È un luogo comune-prosegue Marialori Zaccaria, presidente dell'Ordine degli psicologi del Lazio- pero' mi viene voglia di dirlo: In che mondo viviamo! Magari domani qualche altro imbecille ci dira' di oscurare la Gioconda per la presunta omosessualita' di Leonardo e, perche' no, anche Michelangelo". Il momento storico "in cui viviamo e' davvero buio. Nella galleria degli orrori quotidiani, c'e' solo l'imbarazzo della scelta-afferma Zaccaria- ci troviamo l'omofobia, il razzismo etnico, il femminicidio. Tutti coloro che chiedono rispetto per i propri diritti - in certi casi soltanto per i propri pensieri, i propri affetti e le proprie scelte - vengono aggrediti e vilipesi, quando non vengono addirittura uccisi".
Dal 2007, come Ordine del Lazio, "ci siamo interessati di queste tematiche- conclude il presidente- abbiamo promosso convegni, ricerche e abbiamo soprattutto contrastato sia le terapie riparative che le asserzioni discriminatorie e omofobe, anche quando sono state pronunciate da alti prelati. Tutto nel pieno rispetto della scienza ma anche del nostro codice deontologico".
(Wel/ Dire)