Primo farmaco per curare questa rara malattia oncologica
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 set. - Riconoscere il tumore midollare della tiroide come una malattia rara. Istituire un registro nazionale e una rete di centri di riferimento. Rendere i pazienti piu' informati e consapevoli, diffondendo il messaggio positivo che il carcinoma midollare della tiroide non e' piu' un tumore invincibile. Sono questi alcuni dei 10 punti del 'Manifesto del tumore midollare della tiroide' che - promosso da AstraZeneca e dall'Osservatorio Malattie Rare - e' stato presentato in occasione dell'arrivo in Italia di 'Vandetanib': la prima terapia che inaugura, secondo gli esperti, una nuova era nel trattamento di questa rara e particolarmente aggressiva forma di tumore. Si tratta infatti dell'unica molecola approvata per il trattamento del carcinoma midollare della tiroide, che colpisce ogni anno circa 200 italiani e 2.400 persone in Europa.
"Fino a ieri l'unica soluzione contro il carcinoma midollare della tiroide era l'asportazione della lesione cancerosa e dell'intera ghiandola tiroidea. Ma per le diagnosi tardive, in caso di malattia in fase avanzata o metastatica, non avevamo a disposizione cure valide, anche perche' chemio e radioterapia hanno dimostrato di essere inefficaci". Cosi' Rossella Elisei, professore associato del Dipartimento di endocrinologia dell'universita' di Pisa. "Oggi pero' esiste una terapia innovativa- ha aggiunto- quella di Vandetanib, che si e' dimostrata efficace nel ridurre la velocita' di crescita e addirittura nel bloccare le cellule tumorali".
La terapia con 'Vandetanib' richiede l'assunzione di una compressa al giorno, non implica ospedalizzazione e puo' essere seguita direttamente da casa. Ma non solo. Stabilizza la malattia e permette di avere uno stile di vita soddisfacente, trasformando di fatto un tumore in una malattia cronica.
"Lo studio clinico di fase III Zeta - condotto su 331 pazienti, il 20% dei quali arruolati in Italia - ha dimostrato che 'Vandetanib' permette una riduzione del 54% del rischio di progressione di malattia rispetto al placebo", ha concluso Elisei.
Nello specifico, l'innovativo farmaco - il primo approvato per il trattamento del carcinoma midollare della tiroide aggressivo e sintomatico, localmente avanzato o metastatico, chirurgicamente non asportabile - e' un inibitore della tirosin-chinasi che sfrutta 2 diversi meccanismi d'azione. Da una parte, attraverso l'inibizione del recettore del fattore di crescita vascolare endoteliale (Vegfr), blocca la crescita dei vasi che portano sangue al tumore e dall'altra, con il blocco dei recettori del fattore di crescita epidermico (Egfr) e Ret, riduce la crescita e la sopravvivenza tumorale.
(Wel/ Dire)