(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 set. - Anche nel cinema italiano stiamo assistendo a una svolta green. Parlano chiaro i dati del Centro studi Unioncamere presentati al workshop su 'Green economy e green jobs nel cinema italiano' organizzato dall'associazione Green Cross Italia in occasione della consegna del Green Drop Award alla Mostra del Cinema di Venezia. "Eppure la strada da percorrere e' ancora lunga se pensiamo che la produzione di un film comporta una produzione media di CO2 equivalente a circa 50 tonnellate", denuncia Green Cross.
Infatti, "la produzione annua pro capite di CO2 e' mediamente di 9,2 tonnellate e il 30% di queste e' influenzato dai comportamenti personali e delle abitudini quotidiane- spiega l'organizzazione- favorire attraverso lo schermo comportamenti ecosostenibili porterebbe a importanti riduzioni di emissioni di CO2 nell'aria, a indubbio vantaggio della salute di tutti".
Cremonesi Consulenze, che si occupa di studio, progettazione e gestione di piani energetici, stima che "se 500 mila spettatori, influenzati dallo schermo, decidessero di ridurre anche solo dell'1% la propria produzione di CO2, si avrebbe un risparmio di 46 mila tonnellate di CO2 che non verrebbero immesse nell'atmosfera; l'equivalente di 46 milioni di metri quadri di boschi in piu'".
Ormai, poi, "un quarto delle imprese rientra nella green economy, e' ora che anche l'industria cinematografica vada in questa direzione e l'iniziativa di oggi vuole contribuire a stimolarla- dichiara Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award- Proprio in queste ore, inoltre, viene depositata dal presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Ermete Realacci, un'interrogazione ai ministri della Cultura e dell'Ambiente per chiedere incentivi anche per le produzioni cinematografiche green".
Nel workshop 'Green economy e green jobs nel cinema italiano' vengono presentati alcuni interessanti casi studio di cinema green, come il film 'Un angelo all'inferno', pellicola prodotta da Michele Cali' e Federica Andreoli (Nuova Media Italia). Ha collaborato alla sua produzione Cremonesi Consulenze, che si occupa di studio, progettazione e gestione di piani energetici e ha realizzato un apposito Protocollo green denominato Eden.
Durante le riprese sono state usate tecnologie a consumo ridotto, e proposti messaggi educativi all'interno del film, come l'uso di biciclette.
Anche importanti registi sono impegnati nella stessa direzione. "Come cineasta ho aderito da tempo al Green Movie, realizzato da Edison, un Protocollo per chi vuole muoversi in direzione della sostenibilita' anche nel cinema- afferma Alessandro D'Alatri- ho anche prodotto un film a impatto zero e credo che ci sia molto da fare per l'ambiente e, nonostante le difficolta' del cinema, dobbiamo farlo". Infatti, "molti sono gli aspetti da tener presenti, dall'uso di materiali riciclabili ai trasporti- prosegue D'Alatri- purtroppo non ci sono facilitazioni e riconoscimenti oggi in Italia per il cinema green. Non importa, dobbiamo farlo per il pianeta. Forse non vedremo i risultati immediatamente, ma qualcun altro dopo di noi li vedra'".
"Bisognerebbe obbligare le produzioni a lavorare in maniera piu' rispettosa dell'ambiente- conclude Mimmo Calopresti, presidente di giuria del Premio Green Drop Award- si potrebbe partire dalle film commission, dai finanziamenti alle produzioni, che dovrebbero in cambio agire in maniera ecologica. Sarebbe un passo veramente molto importante per il nostro cinema, che puo' vincere questa battaglia".
(Wel/ Dire)