(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 ott. - "Sarebbe un peccato se distrazioni o esitazione da parte delle istituzioni privassero il settore della pet-therapy dei necessari riferimenti normativi, con l'effetto, magari, di precludere l'accesso dei nostri bambini o dei nostri anziani malati a questa "terapia dolce" che, ormai e' dimostrato, ha effetti molto positivi". Lo ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, durante il seminario di formazione sulla Pet Therapy 'Gli animali come facilitatori nei percorsi di cura: 5 realta' a confronto', che si e' tenuto oggi all'Unita' spinale unipolare dell'azienda ospedaliera Niguarda di Milano.
L'ex ministro ha ricordato che "manca una disciplina della pet-therapy" a livello nazionale ed ha rinnovato il suo impegno diretto perche' il Parlamento colmi presto questo vuoto normativo.
Brambilla e' infatti, prima firmataria di una proposta di legge, depositata all'inizio della legislatura, che riconoscere la 'pet therapy' come metodo di 'co-terapia', fissa il principio secondo cui gli animali devono essere coinvolti e non sfruttati, dettando una serie di norme sul loro benessere, e fornisce un quadro di certezze a pazienti, medici ed operatori. "Da tempo- sottolinea l'ex ministro- la terapia assistita con gli animali ha trovato la sua applicazione in numerosi ambiti: lunghe convalescenze, soggetti con malattie del sistema nervoso, cardiopatici, ipertesi, tossicodipendenti, portatori handicap fisici o psichici e bambini con problemi relazionali. Quando penso ai benefici che possono derivare dalla relazione con un animale da compagnia- conclude- mi vengono in mente soprattutto loro, i bambini, soggetti deboli per eccellenza, ma anche i meglio disposti a raccogliere le emozioni trasmesse dal 'pet' e a farne tesoro".
(Wel/ Dire)