'Connubio tra patologia e poverta' e' piu' solido in tempo di crisi'
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 ott. - Anche quest'anno giovedi' prossimo, come ogni anno dal 2001, Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) organizza l'Obesity day, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione al tema dell'obesita' e al suo preoccupante connubio con la "poverta'". L'obesita' infatti nei Paesi sviluppati non interessa tutti i segmenti della popolazione allo stesso modo.
Nello specifico, si legge in una nota, "nelle societa' occidentali e' piu' frequente nei quartieri degradati e tra i gruppi con minore livello di istruzione e di reddito". Il reddito e il potere di acquisto familiare influenzano dunque i comportamenti alimentari. Gli alimenti piu' ricchi di zuccheri e addizionati di grassi sono spesso economici, palatabili e convenienti.
"Guardando agli Stati Uniti, li' un'alimentazione corretta e' di norma piu' costosa e non alla portata di tutti tanto che viene considerato un forte indicatore di rischio obesita' il vivere in immobili dal basso valore economico". Lo stesso fenomeno si osserva anche nei paesi che stanno attraversando un periodo di transizione. "In Romania, ad esempio- prosegue il comunicato-l'obesita' infantile e' significativamente correlata allo stato socioeconomico. Le cause di tale fenomeno sono lo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari e il maggiore contenuto di grassi della dieta".
Collegato all'Obesity Day dal 2009 e' attivo un Osservatorio sugli stili di vita e le abitudini alimentari (Osservatorio Fondazione Adi-Nestle'), che ha l'obiettivo di educare i cittadini italiani alla scelta di un'alimentazione equilibrata.
I risultati dell'ultima edizione permettono di dire che "gli italiani hanno imparato a fare i conti con la parsimonia e a scovare le offerte piu' vantaggiose nel fare la spesa. Il 67% di loro infatti quando va al supermercato fa molta attenzione alle promozioni e confronta le proposte per individuare il prezzo piu' economico".
Nello specifico sono stati definiti 5 cluster di consumatori incrociando l'attitudine al prezzo con lo stile di vita. I "parsimoniosi" rappresentano ben il 25% del campione, conoscono e ricordano i prezzi delle principali marche di prodotti alimentari e scelgono in maniera oculata i negozi dove fare acquisti, anche se sono lontani da casa. I "last minute", 43% del campione, al momento di comprare un prodotto valutano la possibilita' di acquistare quello scelto o sostituirlo con uno piu' conveniente. I "fedeli" (24%) se non ci sono i prodotti del loro brand preferito vanno a cercarlo altrove. Gli "indifferenti", solo il 3%, non amano perdere tempo alla ricerca del risparmio. Gli "innovatori", infine, sono quella piccola fetta di consumatori (6%) piu' incline a provare le novita' alimentari offerte dal mercato.
"Osserviamo una preoccupante predisposizione ad un acquisto conveniente a scapito di una valutazione ponderata della qualita' organolettica e nutrizionale dei prodotti", commenta il dottor Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell'Obesity Day e dell'Osservatorio Adi. Per quanto possa essere inevitabile che in tempo di crisi gli italiani stringano la cinghia, "e' comunque necessario- continua- mantenere alta l'attenzione a corrette scelte alimentari per non compromettere la buona salute e non rinunciare alle proprie preferenze di gusto. Combattere la poverta'- conclude- puo' essere il migliore, se non l'unico, modo per fermare l'epidemia dell'obesita'".
(Wel/ Dire)