'Consumo puo' essere molto pericoloso, se associato a farmaci'
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 ott. - Il consumo di erbe medicinali e' in grande espansione, anche nel nostro Paese, e con esso il rischio di reazioni allergiche indesiderate e a volte misconosciute. Non e' raro assistere alla comparsa di reazioni di varia natura che non sono immediatamente messe in relazione con quella che e' la loro causa reale e cioe' l'uso di prodotti che contengono erbe medicinali. Da Cagliari si leva deciso il monito degli allergologi della Siac, a conclusione della quarta edizione della Siaic Interactive School "SIS", che visto riunito ben 300 allergologi provenienti da tutta Italia. Con questo appello gli specialisti intendono porre l'accento sui possibili rischi collegati ad un uso non improprio delle erbe medicinali e dalle loro interazioni con i farmaci.
"Le donne rispetto alla popolazione maschile sono piu' a rischio di reazioni avverse- spiega Vincenzo Patella, Allergologo e Immunologo Clinico Asl Salerno e docente Scuola di specializzazione Universita' di Napoli Federico II- I dati ottenuti dagli studi di Medicina di Genere indicano che le donne utilizzano piu' degli uomini le medicine a base di erbe e prodotti per la cura di se'". Anche l'eta' elevata e la bassa percezione del benessere aumenta in modo significativo il consumo di prodotti a base di erbe e quindi un maggior rischio di uso inappropriato. "I soggetti con molti sintomi (sei o piu')- spiega l'allergologo- sono piu' esposti ad un uso sconsiderato di questi farmaci e sono piu' esposti a reazioni gravi, spesso scatenate dall'interazione con farmaci convenzionali come ad esempio le medicine utilizzate per la cura delle malattie cardiovascolari o addirittura contro i tumori".
Anche nel nostro Paese si registra poi, il "fatto che il consumatore- continua il professore Sebastiano Gangemi, allergologo e immunologo clinico presso l'universita' di Messina e consigliere della Siaic- abbia un'insufficiente percezione dei rischi associati all'uso di questi prodotti. Egli, anche a causa del passaparola favorito anche dalla scarsa qualita' delle informazioni a disposizione sul web, nutre una fiducia quasi assoluta in tali erbe. Inoltre vige la consuetudine di autoprescriversi tali ritrovati, senza alcuna supervisione del medico. Ma soprattutto, per tali prodotti non sono quasi mai garantiti lo stesso controllo degli standard di qualita' e sicurezza richiesti ad esempio per i farmaci". In particolare, sottolinea Gangemi, "quando si acquistano in rete da industrie misconosciute, ai rischi rappresentati dalle potenziali interazioni farmacologiche si aggiungono la possibilita' di acquistare prodotti contaminati da eccessiva presenza di metalli pesanti o prodotti adulterati nei quali sono stati aggiunti veri e propri farmaci per renderli piu' efficaci".
Alla luce di quanto detto, occorre promuovere un maggiore dialogo tra i medici e la popolazione riguardo ai temi della salute, in questo caso una maggiore comunicazione anche sui prodotti assunti al di la' della prescrizione medica.
Fondamentale e' coinvolgere i cittadini nella segnalazione di qualsiasi disturbo collegato all'uso di prodotti per la salute per far si che, cosi' come avviene con la farmacovigilanza, anche la fitovigilanza contribuisca a definire meglio quali sono i rischi e i benefici per il paziente.
Fra le erbe medicinali in commercio, e menzionate nella relazione del professore Calapai, c'e' 'Cimicifuga Racemosa', utilizzata per i disturbi della menopausa, ma alla quale e' stata imputata di "poter provocare gravi danni al fegato, astenia e di innalzare gli enzimi muscolari- ammonisce Calapai- Poi l''Hypericum Perforatum' (Erba di San giovanni), che viene usata contro depressione ma e' anche causa frequente di interazioni con i farmaci e, se assunta con farmaci antidepressivi puo' causare una sindrome da eccesso di serotonina, una condizione che puo' anche causare la morte". L'elenco e' lungo, per questa ragione "occorre uno sforzo maggiore da parte della stessa classe medica- conclude l'esperto- che attraverso l'anamnesi del paziente deve pazientemente raccogliere informazioni sulle sue abitudini chiedendo informazioni su eventuali prodotti per la salute assunti autonomamente".
(Wel/ Dire)