(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 ott. - Andare oltre i trattamenti e costruire contesti in sintonia con le esigenze delle persone autistiche, perche' "non c'e' terapia che risolva il problema. Questa questione deve essere posta sin dall'integrazione scolastica per poi proseguire nella vita adulta". Cosi' Francesco Barale, presidente della Fondazione 'Genitori per l'autismo', ordinario di Psichiatria e direttore del dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento presso l'Universita' di Pavia, intervenendo al convegno 'Una vita con l'autismo. Diagnosi e terapia, scuola e inserimento sociale: quali prospettive', promosso dall'onorevole Paola Binetti presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto.
"La continuita' degli interventi in contesti adattati alle caratteristiche del funzionamento mentale delle persone con autismo- prosegue il professore- consentirebbe di avere risultati importanti sia sulla loro qualita' di vita, che nel potenziare le loro capacita' anche molto tempo dopo l'eta' evolutiva". Si tratta quindi di una combinazione vincente che creerebbe le "condizioni di un pieno sviluppo della loro umanita' e delle loro competenze". Occorre quindi, secondo Barale, un progetto che parta dall'eta' infantile e che sia "a tutto campo- precisa- riguardando l'intera fase dell'esistenza, perche' se rimaniamo confinati all'infanzia si azzera tutto, si perdono tutte le conquiste e i molti percorsi raggiunti".
Al convegno ha portato la sua esperienza il Laboratorio Autismo: "Ha visto piu' di 400 storie di vita adulta e ha sviluppato una fattoria sociale, Cascina Rossago, con allevamenti, falegnameria, laboratorio di tessitura e tanto altro. Un luogo integrato nel territorio- spiega il professore- ma organizzato tenendo conto dei contesti che facilitano le capacita' sociali e comunicative di queste persone, che presentano difficolta' sociali, difficolta' a decifrare le altrui intenzioni".
(Wel/ Dire)