SARA' GESTITO DA CHIRURGHI DELL'AUSL SU INCARICO DELLA SICO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 mar. - Saranno i chirurghi dell'equipe di Chirurgia e Terapia Oncologiche dell'Ausl di Forli', diretta dal dottore Giorgio Maria Verdecchia, a organizzare e gestire il primo registro italiano relativo ai trattamenti integrati con chemioipertermia intraperitoneale (Hipec, Hypertermic Peritoneal Chemoteraphy) nel carcinoma ovarico. I chirurghi forlivesi hanno ricevuto il prestigioso incarico dalla Sico (Societa' italiana di chirurgia oncologica) che, per favorire i progressi nella ricerca e nella cura di tale patologia, ha appunto deciso di creare uno specifico archivio, battezzato con l'acronimo ArTICI (Archivio Trattamenti integrati Chemioipertermia intraperitoneale). A coordinare le attivita' del registro, a fianco del professore Verdecchia, ci saranno il dottor Davide Cavaliere, la dottoressa Daniela Di Pietrantonio e il dottor Gabriele Solfrini.
La chemioipertermia intraperitoneale e' un trattamento basato sull'infusione direttamente in peritoneo di chemioterapici ad alte concentrazione e temperatura e si esegue al termine dell'asportazione chirurgica delle localizzazioni addominali di malattia, ovvero della carcinosi. Questa procedura e' oggi considerata tra le piu' promettenti terapie per il tumore ovarico in fase avanzata. A livello europeo, Francia, Gran Bretagna, e ora anche l'Italia, hanno avviato degli studi scientifici multicentrici allo scopo di raccogliere casistiche omogenee e sufficientemente corpose per confermare l'efficacia terapeutica della metodica, e annoverarla quindi fra gli standard di trattamento. Proprio all'equipe forlivese va il merito di aver promosso e sostenuto il dibattito fra gli specialisti, in particolare chirurghi, ginecologi, e medici oncologi, coinvolgendo le rispettive societa' scientifiche. I protocolli di ricerca italiani sono stati, infatti, oggetto di presentazione, discussione e definizione in vari incontri, organizzati a Forli' dai chirurghi oncologi forlivesi, coadiuvati dal dott. Andrea Amadori, dell'U.O. di Ginecologia Ostetricia dell'Ausl di Forli', con gli specialisti dei maggiori centri a livello nazionale.
Attualmente, questi ultimi agiscono in maniera autonoma in funzione delle loro risorse e delle loro esperienze, applicando protocolli e linee guida definite dalla letteratura internazionale e approvate dai comitati etici locali. Di qui, la necessita' di creare un coordinamento fra tutti i Centri che eseguono interventi chirurgici radicali associati a chemioipertermia intraperitoneale per gli stadi avanzati di malattia, impegnandosi a raccoglierne i dati, analizzarli, e divulgarli in ambito scientifico. E' esattamente da questa esigenza che sorge ArTICI, database informatizzato e accessibile on-line, creato proprio con l'obiettivo di permettere studi multicentrici che coinvolgano tutti i maggiori esperti italiani dedicati alla cura del tumore ovarico, dai ginecologi agli oncologi, passando per i chirurghi. "Il primo scopo di questo progetto- ha illustrato il direttore Giorgio Maria Verdecchia- e' verificare la diffusione in Italia della chemioipertermia peritoneale, valutando la morbilita', la mortalita' e l'efficacia del trattamento, attraverso l'analisi dei risultati oncologici a distanza, ovvero verificare la sopravvivenza globale e libera da malattia".
Nell'archivio e' possibile registrare le varie fasi del trattamento - chemioterapia, chirurgia e HIPEC - e i successivi controlli clinici; il sistema e' in grado di tracciare e schematizzare cronologicamente le tappe, fornendo ad ogni centro la possibilita' di archiviare e analizzare i propri dati.
"L'analisi informatizzata- ha proseguito- puo' ricostruire la storia della malattia e valutare i risultati oncologici in funzione delle caratteristiche della paziente, della neoplasia, del trattamento chirurgico e del momento nel quale l'HIPEC e i trattamenti complementari sono stati inseriti nell'evoluzione della malattia stessa".
(Wel/ Dire)