(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 mar. - I cittadini del Lazio, tra il 2011 e il 2012, hanno sborsato 792 milioni di euro di maggiori tasse per evitare di sforare i conti della sanita'. Questo a causa di un disavanzo di 815 milioni di euro, il piu' alto rispetto alle altre regioni italiane. E' quanto emerge dal Rapporto Oasi 2012 (dati del quarto trimestre) dell'universita' Bocconi e presentato dalla Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali.
Per pareggiare i conti, dunque, le Regioni con i conti in rosso hanno tartassato i cittadini con aumenti di tributi locali e addizionali Irpef pari a 2,2 miliardi di euro nel 2011. Solo il Lazio ha fatto ricorso alla leva fiscale per 792 milioni. E non e' cambiato il copione nel 2012, visto che l'aliquota media dell'addizionale Irpef, secondo l'osservatorio Uil sulle politiche territoriali, e' passata da una media dell'1,19% all'1,49, che fanno altri 2,4 miliardi di euro prelevati dalle tasche dei contribuenti, che quindi per ripianare i deficit di Asl e ospedali in soli due anni hanno versato al fisco 5 miliardi in piu'.
Maggiorazioni delle addizionali Irpef, aumento delle aliquote Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto ricorso quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d'Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge.
(Mel/ Dire)