LO DIMOSTRA TRAPIANTO SU BAMBINA ITALIANA DI CELLULE SUO CORDONE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 mag. - "Da questa notizia viene la conferma che conservare le cellule del cordone ombelicale per uso autologo e' una grande opportunita' terapeutica. E' necessario, pertanto, che anche in Italia si smetta di demonizzare le scelte delle tante famiglie italiane che hanno deciso di conservare privatamente i cordoni". Cosi' Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, ha commentato la notizia del primo trapianto, effettuato negli Stati Uniti d'America, con cellule autologhe del cordone ombelicale su una bambina italiana affetta da paralisi cerebrale.
"Le terapie cellulari rappresentano a tutti gli effetti uno degli ambiti di maggiore potenzialita' per il futuro della medicina e, per questo, meritano di essere sviluppate all'interno di dettagliati e controllati protocolli scientifici", ha proseguito il presidente di Assobiotec. "Ma questa notizia- conclude- mostra anche come la collaborazione pubblico-privato possa dare frutti importanti in termini di avanzamento delle applicazioni terapeutiche, se gestita in modo virtuoso da entrambe le parti. Infatti, il primo trapianto cordonale - avvenuto 25 anni fa - deriva proprio da un finanziamento privato per la ricerca pubblica sulla diagnosi prenatale e l'uso delle staminali cordonali. Chi per primo esegui' un trapianto di cellule cordonali extra familiari fu proprio Joanne Kurtzberg, la coordinatrice dello studio clinico che oggi da' speranza ad una bambina italiana".
(Wel/Dire)