(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 mag. - I risultati dello studio 'Ifum1', presentati all'European multidisciplinary monference in thoracic oncology (Emcto), convalidano l'efficacia della terapia di prima linea con 'gefitinib' nei pazienti occidentali affetti da carcinoma polmonare, non a piccole cellule ('Nsclc') positivo alla mutazione del gene 'Egfr' (recettore per il fattore di crescita epidermico).
"Lo studio Ifum, che e' stato condotto su 106 pazienti in 13 Paesi europei, Italia compresa, conferma pienamente l'efficacia di 'Gefitinib', indipendentemente dall'etnia di appartenenza, contro il tumore al polmone non a piccole cellule. Esso e' efficace allo stesso modo nei pazienti occidentali e asiatici, che presentano una determinata mutazione molecolare, quella del gene 'Egfr', individuata con uno specifico test diagnostico. La comunita' scientifica ha cosi' a disposizione ulteriori prove della validita' e della sicurezza della molecola, gia' evidenziata nei pazienti orientali da studi condotti in precedenza", commenta Federico Cappuzzo, direttore del Dipartimento oncologico dell'istituto toscano tumori di Livorno, uno dei centri coinvolti nello studio. Che poi continua. "I risultati dello studio Ifum dimostrano che la terapia di prima linea con 'Gefitinib' comporta un tasso di regressione della malattia (Orr) del 70% nei pazienti occidentali affetti da 'Nsclc' positivo alla mutazione 'Egfr', risultato sovrapponibile a quello ottenuto nella popolazione asiatica. In media si e' registrato un tasso di controllo della malattia (Dcr; risposta completa/parziale o malattia stabile maggiore o uguale a 6 settimane) del 91%, mentre la sopravvivenza libera da progressione (pfs) e' stata di 9,7 mesi (basata su 61 eventi) e la sopravvivenza globale (os) di 19 mesi (29 eventi)".
(Wel/Dire)