(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 mag. - "'Gli Stati membri possono autorizzare l'impiego di medicinali a base di cellule staminali anche in assenza di un'autorizzazione a porle in commercio, a condizione che tale impiego avvenga in una struttura ospedaliera e su base non ripetitiva'. A dirlo e' l'Europa, per cui medici e scienziati, anziche' continuare ad ostacolare l'uso delle staminali, inizino a prendere atto della loro possibile efficacia e se ne facciano una ragione". Questo il monito lanciato dall'eurodeputato toscano indipendente Eld Claudio Morganti dopo aver ricevuto la risposta della Commissione europea ad una sua interrogazione parlamentare, in cui chiedeva all'Ue se fosse a conoscenza dell'acceso dibattito che si e' creato in Italia sull'uso delle staminali, in che modo lo giudicasse e come fosse regolamentato l'impiego di queste cellule a livello europeo e negli altri Paesi dell'Unione.
"Proprio pochi giorni fa- ha dichiarato Morganti- tredici grandi scienziati della ricerca sulle staminali hanno invocato l'intervento dell'Ue sul caso italiano, contestando il decreto Balduzzi, attualmente in discussione in Parlamento, ovvero la possibilita' di praticare in ospedali pubblici terapie a base di staminali, secondo la critica 'senza prove' ne' autorizzazione".
La Commissione, ha sottolineato l'europarlamentare Eld, "smentisce, di fatto, queste preoccupazioni e pur ammettendo l'assenza di armonizzazione, negli Stati membri, in merito alle decisioni riguardanti 'eventuali autorizzazioni ad attuare terapie avanzate in assenza di un'autorizzazione a porle in commercio', essa riconosce l'importanza delle staminali -ha precisato- tanto da finanziare, con circa 12 milioni di euro, un progetto che sta sviluppando test clinici riguardanti l'impiego di cellule mesenchimali per curare le fratture ossee che non guariscono in maniera autonoma. Baste con le polemiche. Medici, ricercatori e luminari del settore- ha concluso Morganti- non facciano perdere altro tempo prezioso a bambini malati, e ai loro familiari, che attraverso terapie a base di staminali possono nutrire quella speranza che in casi come questi diventa l'unica ragione di vita, sia per il paziente che per chi gli vive accanto".
(Com/Wel/ Dire)