NEL LAZIO 54 CENTRI DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 mag. - Parto indolore e assistenza ai figli di immigrati irregolari i due versanti su cui il Rapporto 2012 dell'Osservatorio civico di Cittadinanzattiva mostra le differenze piu' salienti tra le regioni. Su 580 punti nascita esaminati, solo Valle D'Aosta e Friuli erogano il parto in analgesia nel 100% dei casi, seguono il Trentino (86,7%) e la Toscana (84,2%). All'opposto in Molise nessun centro eroga il servizio di epidurale da travaglio; la Sicilia lo esegue nel 6,2% dei punti nascita; Basilicata ed Abruzzo nel 14,3%. Ancora piu' variegata la copertura gratuita ed h24 del servizio di analgesia: in generale al Nord sono le strutture piu' grandi (con oltre 1000 parti l'anno) ad offrire l'epidurale gratuitamente h24, al Sud cio' avviene soprattutto nelle strutture piccole, Veneto e Friuli le piu' virtuose.
Solo 6 regioni su 21 assicurano il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta ai figli di migranti non regolarmente iscritti al Ssn: si tratta di Toscana, Umbria, Provincia autonoma Trento, Emilia Romagna, Marche e Puglia. Poco piu' della meta' delle regioni (12: Campania, Friuli, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) hanno emanato direttive regionali per garantire la continuita' assistenziale di base agli stranieri irregolari; le altre 8 hanno demandato alle singole asl con differenze territoriali. In Basilicata l'unica risposta e' offerta dal pronto soccorso.
Per quanto riguarda la Procreazione medicalmente assistita (Pma), ogni regione e' un caso a se'. In questo ambito, l'assistenza e' davvero la piu' diversificata. Si va dal Molise dove non esiste alcun centro di Pma, alla Lombardia con 63 centri. In generale e' il Nordovest l'area piu' fitta come numero di centri, ma e' il Centro Italia quella che e' cresciuta maggiormente come offerta in relazione alla domanda (nel Lazio 54 centri). Nel 2010 su 357 centri di Pma, il 43,4% (155) sono pubblici o privati convenzionati, il restante 56,6% (202) sono privati: le regioni con una maggiore offerta pubblica sono la Liguria con il 100% anche se riferita a soli 2 centri, l'Emilia Romagna (11 centri pubblici su 17, ossia il 64%), Toscana (13/9, 62%); al contrario l'offerta e' quasi esclusivamente privata in Sicilia (29/36, ossia il 84,7%), nel Lazio (43/54, 83%) e in Campania (30/41, 72,7%). Una struttura pubblica spende in media tra i 2.700 e i 3.000 euro per una fecondazione in vitro, mentre nei centri privati si va dai 3.000 agli 11.000. Inoltre Toscana, Piemonte, Veneto, Friuli e Provincia autonoma di Trento hanno inserito le prestazioni di Pma nei Lea, con ticket o quota di compartecipazione, senza alcuna esclusione della popolazione interessata. Diverso anche il limite di eta' stabilito dalle diverse regioni sulla cui base le donne possono accedere o meno alla Pma: Abruzzo e Campania non pongono alcun limite, 46 anni e' il limite massimo imposto dal Veneto, 45 dall'Emilia Romagna, Lazio e Liguria lasciano invece alla discrezionalita' dei singoli centri.
(Wel/ Dire)