"STUDIO NON LO DIMOSTRA", ECCO I PERCHE' E VARIE OSSERVAZIONI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 lug. - Non e' dimostrato che bere bibite gassate provochi un aumento del rischio di formazione dei calcoli renali. Lo assicura l'Assobibe, l'associazione italiana aderente a Confindustria che riunisce gli industriali delle bevande analcoliche. L'associazione, infatti, analizza lo studio pubblicato dal Clinical journal of the American society of Nephrology (Cjasn) e precisa che gli autori hanno studiato "un nesso di associazione, diverso dalla causalita', tra i due fattori". Inoltre, come stabilito dal National institutes of health statunitense, "i fattori di rischio per la formazione e lo sviluppo di calcoli renali includono il sesso, l'etnia, la storia clinica familiare e un'inadeguata assunzione di liquidi".
Assobibe spiega ancora che gli autori dello studio, per ottenere informazioni su storia medica, stile di vita e terapie, hanno sottoposto i partecipanti a un "questionario biennale", ma "la dieta e' stata aggiornata soltanto ogni quattro anni".
In generale, lo studio "ha diversi limiti, riconosciuti dagli stessi autori": prima di tutto "non analizza le associazioni con le diverse composizioni dei calcoli" e "presenta dati limitati sulla composizione urinaria". Oltre a cio', "la maggior parte dei partecipanti allo studio erano uomini bianchi, caratteristica che - come affermato dal National institutes of health (Nih) - rappresenta un riconosciuto fattore di rischio per lo sviluppo di calcoli renali". Infine, lo studio "e' basato esclusivamente su dati di assunzione auto-certificati".
A tutto questo si aggiunge che, secondo i risultati dello studio, "meno del 3% dei partecipanti ha avuto calcoli renali: un tasso di incidenza molto inferiore rispetto all'8,8% della popolazione generale riportato dal National institutes of health". Un dato, conclude l'Assobibe, che potrebbe suggerire "un errore di campionamento" nello studio.
(Com/Wel/ Dire)