(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 gen. - Nove milioni di persone ammalate ogni anno, 450 mila casi in Europa, 4.500 in Italia e 600 nuovi casi l'anno nel Lazio. Sono i numeri della tbc, la tubercolosi, nel mondo e in Italia raccontati stamattina dal professor Aldo Morrone, direttore generale dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, nell'ambito della presentazione del progetto 'Prevenzione contro la tbc'.
"Il primo passo per combattere qualsiasi malattia rimane sempre la conoscenza e l'informazione- ha spiegato Morrone- Per quanto riguarda la tubercolosi, la prevenzione va realizzata in centri specializzati o nei grandi ospedali polispecialistici, prima di tutto perche' la malattia e' difficile da individuare, in quanto si confonde con altre patologie polmonari e in secondo luogo perche', se si tratta per esempio di una forma che colpisce le ossa o altri organi, c'e' bisogno della collaborazione di ortopedici e altri specialisti".
Nell'Unita' operativa di Broncopneumologia e Tisiologia del San Camillo Forlanini i pazienti stranieri affetti da tubercolosi sono il 55%. "Solo perche' in citta' grandi come Roma c'e' un numero maggiore di stranieri, ma gli italiani contraggono la tbc esattamente quanto gli immigrati. La tbc e' una malattia che interessa le classi piu' povere- precisa il dottor Mario Giuseppe Alma, direttore del reparto- Accade quando si vive in condizioni igieniche disagiate, in case sovraffollate, quando si mangia poco o male, ingerendo cibo con scarso apporto vitaminico o proteico oppure se si fa un abuso di alcolici o ci si sottopone a forti stress psichici che favoriscono l'insorgere della malattia. Le situazioni che piu' frequentemente troviamo associate alla tbc sono l'etilismo cronico, il diabete, stati di immunodepressione da malattie o da farmaci, stati di stress psichici o fisici- continua Alma- La poverta' e' stata spesso riscontrata come causa dell'insorgere e del diffondersi della malattia: la tubercolosi e' un problema sociale". E "il fumo aumenta del 50% il rischio di contrarla", avverte il dottor Alfonso Altieri. Il fumo da tabacco "paralizza il sistema immunitario che non riesce piu' a reagire a sufficienza per combattere il batterio- continua Altieri- Quindi, in condizioni che favoriscono l'insorgere della tubercolosi, come la scarsa igiene, l'alimentazione non corretta, l'abuso di alcol, il fumo contribuisce a contrarla". Sviluppare la tbc, e anche guarirne, dipende spesso dalle condizioni generali di salute. "Se il paziente non e' resistente ai farmaci e si cura nella maniera adeguata, guarisce completamente. Il rischio di recidiva (5%, a 2-3 anni)- prosegue Alma- aumenta in condizioni socio-economiche disagiate".
"E' necessario- chiude Morrone - che i pazienti seguano scrupolosamente le terapie e i controlli prescritti dalmedico per tutto il tempo utile alla guarigione".
Il San Camillo Forlanini e' in prima linea contro la tbc con percorsi ad hoc. Il reparto di Broncopneumologia e Tisiologia e' dotato di 20 posti letto di ricovero ordinario, 5 ambulatori e l'Unita' operativa complessa esegue consulenze tisiologiche per tutte le altre strutture del Lazio, segue 150 pazienti tubercolari l'anno in regime di ricovero e 180 in regime ambulatoriale. Le donne sono circa il 40%. Tra gli immigrati, la fascia d'eta' prevalente e' 25-45 anni. Fra gli italiani non c'e' una netta prevalenza. L'ambulatorio di Chemioprofilassi visita oltre 300 pazienti l'anno.
(Wel/ Dire)