ECCO MOTIVAZIONI DEL TRIBUNALE CHE SCAGIONA ULTIMI 4 IMPUTATI
(DIRE Notiziario sanita') Roma, 16 gen. - Nessuna prova a carico degli imputati di "concorsopoli". Queste, in sostanza, le motivazioni con cui il 3 ottobre scorso il Tribunale di Bologna ha assolto i quattro che ancora erano imputati. La maxi-inchiesta della Procura di Bologna nel 2005 scateno' una bufera intorno al Policlinico Sant'Orsola-Malpighi ipotizzando un giro di cattedre e concorsi pilotati (a suo tempo fini' indagato, insieme ad una settantina di persone, anche l'allora rettore dell'Alma mater, Pier Ugo Calzolari, poi scagionato). Il processo, tra la scure della prescrizione, il 'colpo' ricevuto dal gup Alberto Gamberini ancor prima dell'inizio della fase finale (per mano sua caddero quasi tutte le accuse di corruzione e fu smontato anche il meccanismo alla base delle accuse di 'pilotaggio' dei concorsi) e infine la batosta arrivata prima dell'avvio del dibattimento (quando il Tribunale stabili' in via preliminare il non luogo a procedere per la maggior parte degli imputati e per la maggior parte delle accuse), si e' concluso con l'assoluzione per tutti perche' il fatto non sussiste: si tratta di Roberto Corinaldesi, Federico Perna, Berardino Vaira, e la sua segretaria Rosalia Ferri. Assolti "perche' il fatto non sussiste". Difatti, "all'esito dell'istruttoria dibattimentale- si legge nelle motivazioni- non puo' ritenersi provata la responsabilita' degli imputati per i reati loro rispettivamente ascritti". Del resto, lo stesso pm, Enrico Cieri, ne aveva chiesto l'assoluzione.
Per quanto riguarda Corinaldesi, era accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, per aver 'passato' a un suo fidato collaboratore notizie riservate su due concorsi. Il Tribunale, pero', ha smontato l'accusa: in un primo caso non erano affatto notizie riservate, ma ormai pubbliche da mesi.
Peraltro le stesse informazioni erano state date a concorso ormai chiuso, senza dunque che questo potesse influire sull'esito. Per quanto riguarda il secondo concorso (per un posto di professore ordinario alla facolta' di Medicina), in cui Corinaldesi faceva parte della commissione e che fu vinto proprio dal suo collaboratore, anche in questo caso e' emerso che l'imputato non ha "rivelato anticipatamente e indebitamemte al collega e amico" informazioni "riservate", ma gli abbia delegato la redazione delle "minute dei giudizi individuali" degli altri candidati" che poi Corinaldesi "espresse a verbale su tutti i concorsi". Dunque, una condotta "gravemente indiziaria del carattere non imparziale della valutazione dei candidati", ma non certo riconducibile al reato contestato.
Esulta il legale di Corinaldesi, Guido Magnisi: "Seppure debba rimarcare gli alti costi umani pagati in nome della giustizia, esprimo tutta la mia soddisfazione per la lunga teoria di assoluzioni con formula piena che hanno costellato questa lunga vicenda giudiziaria", commenta. Infine, c'e' la posizione di Ferri, la segretaria di Vaira, accusata di favoreggiamento personale per aiutare il suo superiore a eludere le indagini a suo carico per corruzione (su cui lo stesso pm ha chiesto l'assoluzione). La donna infatti avverti' Vaira che i loro telefoni erano intercettati e nascose a casa sua e nella sua auto le schede dei pazienti di Vaira e documentazione relativa a pagamenti di Nazca tour per i congressi intitolati al professor Luigi Barbara.
Sui pagamenti Ferri disse che effettivamente aveva lei i documenti in quanto relativi ai compensi "in suo favore" per l'attivita' svolta per l'organizzazione dei congressi. Quanto alle schede dei pazienti, puo' "apparire singolare" che Ferri le conservasse a casa o in auto, ma non e' emerso nessun legame con i reati contestati a Vaira. Anche gli sms con cui Ferri alludeva alla possibilita' che i loro telefoni fossero sotto controllo non provano niente, secondo il Tribunale: non erano dettati da informazioni precise, ma da "opinioni raccolte da amici e conoscenti". Del resto la possibilita' di essere intercettati, ragiona il Tribunale, e' conosciuta ai piu' "anche sulla base della cronaca giudiziaria riportata dai media".
(Wel/ Dire)