STUDIO CNR CONDOTTO SU 40.987 SOGGETTI DI 7 AREE ITALIANE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 feb. - Personalizzare i valori di riferimento usati nella conta delle piastrine potra' contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di indagine e terapie mirate. A dimostrare le differenze di genere, eta' e aree geografiche, uno studio condotto dal Cnr insieme ad altre istituzioni scientifiche italiane.
Per definire 'normale' il numero delle piastrine, cellule fondamentali per i processi di coagulazione del sangue, il range deve attestarsi tra un minimo di 150.000 e un massimo di 400.000 (450.000 in alcuni casi) per microlitro di sangue. Ma questi valori di riferimento, comunemente usati, non sempre rispecchiano la realta'. A dimostrare l'esistenza di una grande variabilita' tra la popolazione italiana, uno studio condotto dagli Istituti di genetica delle popolazioni (Igp) di Sassari, di genetica molecolare (Igm) di Pavia, di genetica e biofisica A.
Buzzati-Traverso di Napoli del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), insieme ad altre cinque istituzioni scientifiche italiane (Fondazione di ricerca e cura "Giovanni Paolo II" dell'Universita' cattolica di Campobasso; Istituto di medicina genetica, Eurac Research di Bolzano; Divisione di genetica e biologia cellulare dell'Istituto scientifico San Raffaele di Milano; Genetica medica del Dipartimento di scienze riproduttive dell'Universita' di Trieste; Dipartimento di medicina interna dell'Irccs Fondazione policlinico S. Matteo dell'Universita' di Pavia). La ricerca, coordinata da Ginevra Biino dell'Igm-Cnr di Pavia, e' stata pubblicata sulla rivista scientifica PLOS One.
"Quei limiti- ha spiegato Biino- attualmente uguali per tutti, dovrebbero adattarsi alle differenze di genere, all'eta' e alle aree geografiche del nostro Paese". Sono stati presi in esame 40.987 soggetti provenienti da 3 studi epidemiologici (1-3) che investigavano la distribuzione della conta piastrinica negli abitanti di 7 aree italiane di cui 6 isolati genetici, importanti per analizzare le malattie complesse grazie all'elevata omogeneita' genetica e alla ridotta variabilita' ambientale. La disponibilita' dei dati di conta piastrinica di un campione cosi' esteso ha permesso l'identificazione di nuovi intervalli di riferimento, sesso ed eta'-specifici, utili a una diagnosi piu' accurata di trombocitopenie (espressione di una ridotta produzione piastrinica) e trombocitosi (patologia opposta, caratterizzata dalla presenza di un esagerato numero di trombociti).
"Cio' che abbiamo osservato- ha aggiuntola ricercatrice dell'Igm-Cnr di Pavia- e' che oggi, con un campione cosi' grande di persone studiate, possiamo definire con esattezza che esistono variazioni importanti nel numero delle piastrine. È giunto, quindi, il momento di ripensare quei valori di riferimento uguali per tutti". La ricerca mostra come le donne abbiano mediamente un numero piu' alto di piastrine rispetto agli uomini. "Ma anche l'eta' e' importante- ha precisato Biino- negli anziani, ad esempio, si nota una diminuzione progressiva. Nei ragazzi al di sotto dei 15 anni, invece, il numero e' decisamente piu' alto rispetto agli altri periodi della vita, senza particolari differenze tra uomini e donne. Infine, difformita' significative sono state riscontrate tra le diverse aree del territorio italiano prese in esame. Con questi dati, appare evidente che i valori di normalita' non possono essere uguali per tutti". Da qui la possibilita' di pensare a una nuova definizione dei limiti di normalita' per le piastrine del sangue. I valori usati in laboratorio oggi possono andare bene per l'eta' adulta, ma non per i bambini e gli anziani dove le differenze si notano maggiormente. "In futuro- ha concluso la ricercatrice- questi studi potranno contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di indagine e quindi a terapie sempre piu' personalizzate".
(Wel/ Dire)