(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 feb. - 'Pneumologia, la specialita' piu' ridimensionata': i 400 specialisti riuniti a Verona hanno lanciato nei giorni scorsi un ultimo appello alle istituzioni, a conclusione del congresso nazionale 'Asma bronchiale e Bpco: strategie per la governance', presso il centro congressi Villa Quaranta Park Hotel, a Verona, promosso da Roberto W. Dal Negro, direttore scientifico del Centro nazionale studi di farmacoeconomia e farmacoepidemiologia respiratoria (Cesfar). Il patrocinio e' stato della Societa' Italiana di Medicina Respiratoria (SIMeR), dell'Associazione interdisciplinare malattie respiratorie (Aimar); e della Scuola di Alta formazione in management sanitario (Safims).
La Pneumologia s'inginocchia e con tutti i limiti in cui viene costretta difficilmente potra' proseguire la sua missione. In una situazione quasi paradossale dove ad oggi le malattie respiratorie, che saranno la terza causa di morte nel 2030 con incrementi doppi ogni anno, vengono 'razionalizzate' nel nuovo piano della sanita' italiana. "La conseguenza? Prefiguriamo un peggioramento delle condizioni per strutture e cittadino- sottolineano gli specialisti in un accorato appello alle istituzioni- Un grido di dolore per l'insensibilita' di coloro che proseguiranno ad ammalarsi e dinanzi proveranno un profondo disagio per lo smantellamento delle Unita' Operative Pneumologiche e forse anche la graduale scomparsa degli specialisti pneumologi sui quali non si investe piu'.
Ridimensionamento e avvilimento della specialita' e l'abbattimento delle strutture non potra' portare che svantaggi. e la diagnosi precoce verrebbe meno con crescenti costi di gestione anche per il Ssn. Infine nel medio e breve termine i costi diventeranno ancora piu' insostenibili con in aggiunta un aggravamento delle condizioni di lavoro per chi sara' chiamato a sostituire gli specialisti pneumologi, in quest'opera di razionalizzazione. Medici di base e internisti avranno maggiori responsabilita' e come grave conseguenza potrebbe verificarsi un ingolfamento dei Pronto soccorso dinanzi al disorientamento dei pazienti incapaci di essere adeguatamente curati e guidati nelle nuove terapie farmacologiche". I costi sono altissimi: per il 72% legato ai costi diretti e' il ricovero ospedalieri. Evitando questi ricoveri e tutti i trattamenti che sono qui necessari, chi ci curera'? Il 28% di chi va in pronto soccorso in insufficienza respiratoria grave non sapeva di essere un Bpco. Il 42% degli italiani non ha mai sentito parlare di Bpco; una persona su due pensa che sia una malattia che scompare nell'arco di sette giorni, che basti andare a mare per guarirla. Con questa conoscenza e questa percezione del problema il costo del problema dal 2002 al 2007 e' triplicato. Oggi, secondo gli ultimi dati, la BPCO costa nove miliardi di euro, che assieme ai 5 dell'asma fanno un punto di Pil, il 60% dell'intera raccolta dell'Imu. Una situazione 'paradossale': davanti all'aumento dei malati in tutta Italia, diminuiscono sempre di piu' i posti letto a disposizione e gli specialisti a disposizione dei soggetti malati. E a questo aumento della domanda, c'e' un progressivo sviluppo delle conoscenze che sta portando a nuove tecniche e nuovi farmaci, che significano di conseguenza anche nuovi costi.
"Sono stati sperimentati nuovi broncodilatatori per affetti di asma e Bpco- spiega Mario Cazzola, professore associato di Medicina Respiratoria presso Policlinico Universitario 'Tor Vergata', che rappresenta il nostro Paese nei prossimi congressi tra Australia e Cina- che servono a tenere aperte le vie aeree per controllare i sintomi. Questi sono anche associabili in uno stesso erogatore, e si parla anche di nuovi erogatori. Qualcosa e' gia' in commercio, nei prossimi mesi altre novita'. I nuovi farmaci vengono somministrati una sola volta al giorno: non c'e' differenza sostanziale per quanto riguarda la terapia, ma piu' il trattamento viene facilitato, piu' aumentera' la compiacenza al trattamento che viene prescritto. Sono un poco piu' cari, ma sono ben piu' cari i farmaci biologici: sono tutti buoni finche' agiscano".
(Wel/ Dire)