FENOLI SECOIRIDOI BASE MECCANISMI CHEMIOPREVENZIONE SUI TUMORI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 apr. - Consumatori italiani piu' attenti alla qualita': acquistano sempre piu' extra vergine, che rappresenta il 72% del fatturato per la gdo contro il 13% di quello dell'olio di oliva; mentre sale al 12% la quota del marchio '100% italiano'. Un segnale che denota una crescita culturale dei consumatori che associano alla categoria dell'extra vergine il concetto del prodotto di qualita', che piace sempre di piu' anche perche' interessati alla propria salute.
Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato che il consumo di olio d'oliva e' associato a un ridotto rischio di contrarre alcune patologie cronico-degenerative, come le malattie cardiovascolari e i tumori. I fenoli secoiridoi, peculiari composti di questo alimento, possono essere alla base dei meccanismi di chemioprevenzione esercitati dall'olio d'oliva sui tumori. Recenti studi confermano tali proprieta' preventive anche in modelli animali di cancerogenesi. Si puo' pertanto suggerire che l'uso regolare di un buon olio extravergine di oliva - ricco di composti fenolici - puo' prevenire l'insorgenza di alcune neoplasie maligne nell'uomo. E' quanto emerso, e ribadito, anche dai lavori dell'incontro salute e prevenzione: 'Nuove frontiere per l'extra vergine' promosso a Chieti da Coldiretti - Fondazione Campagna Amica e Lega italiana per la lotta contro i tumori con la collaborazione di Unaprol.
Principe della dieta mediterranea ed elisir di lunga vita, la potenzialita' dell'olio extra vergine di oliva di prevenire alcune malattie e' direttamente proporzionale al concetto di qualita' del prodotto. Piu' e' alta la concentrazione di polifenoli, piu' e' marcata la sua capacita' di svolgere un'azione antiossidante. Lo stress ossidativo (so), che si genera nel nostro organismo quando i processi ossidativi prevalgono sulle capacita' antiossidanti, e' ritenuto una delle concause piu' documentate di molte malattie croniche cardiovascolari, cerebrali, endocrine e oncologiche. Gli studi epidemiologici piu' recenti (Epic) confermano l'importanza salutistica in riferimento diretto all'olio extravergine di oliva. La condizione essenziale per il beneficio, tuttavia, e' la buona qualita' dell'olio extravergine di oliva, la quale deriva da valenze agronomico-climatiche, produttive, di corretto mantenimento ed impiego nella cucina giornaliera.
Gli italiani consumano mediamente, ogni anno, 14 chili a testa di olio extra vergine di oliva. Il prodotto di qualita' si configura come un alimento funzionale che si assume perlomeno due volte al giorno e che puo' essere preventivo delle malattie croniche, se e' di buona qualita', oppure - all'estremo opposto - essere un alleato di queste, se di cattiva qualita'.
L'olio extra vergine di oliva di qualita' rappresenta, forse, il fattore che permette il salto di qualita' per un modello alimentare ottimale per una popolazione mediterranea. Ma ci sono aspetti nuovi e non poco sorprendenti. Uno di questi e' l'effetto inibitorio sulla crescita dell'Helicobacter Pylori, il batterio responsabile dell'ulcera e la gastrite. Alcuni studi sembrano dimostrare questa azione dell'olio extra vergine di oliva anche se richiedono di ulteriore conferma. Questi effetti benefici sono maggiormente espressi dall'olio novello in quanto la presenza di polifenoli e' decisamente piu' abbondante. Consumare un buon extra vergine aiuta, quindi, a vivere meglio.
(Com/Wel/ Dire)