(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 apr. - Le cure previste nell'ambito dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita (pma) e necessarie per stimolare l'ovulazione non aumentano il rischio di cancro: la conferma e' contenuta in un recente studio pubblicato su 'Gynecol endocrinol', i cui dati sono particolarmente significativi perche' il periodo di osservazione nelle donne si e' protratto per ben 30 anni dopo il termine delle terapie. Dunque una notizia importante per le donne, dopo i risultati di un altro lavoro pubblicato nel dicembre 2012 su 'Fertility e Sterility' che ha dimostrato come sia possibile preservare in totale sicurezza la fertilita' nelle pazienti con tumore alla mammella grazie all'impiego di particolari protocolli di stimolazione ovarica, usati in associazione a terapie antitumorali.
Anche di cio' si discute a Roma nel corso dell'evento scientifico di aggiornamento per i medici 'Gestione della coppia infertile e uso delle innovazioni', organizzato da Claudio Manna, direttore scientifico del centro Genesis di Roma e ricercatore presso l'universita' Tor Vergata di Roma.
"Si tratta di studi che consentono alle pazienti di affrontare il percorso della Pma con maggior serenita' e consapevolezza- ha affermato Manna -a conferma che una corretta informazione e' indispensabile alla coppia. Che prosegue: Per questo motivo, su input dell'Associazione fertilita' onlus, abbiamo condotto un'indagine sul livello di conoscenza dei trattamenti di Pma che ha coinvolto 100 coppie afferite al nostro e ad altri centri. I dati emersi non sono sempre confortanti: oltre la meta' del campione (55%) non e' a conoscenza che in Italia, dal 2009, non vige piu' la norma che fissava il limite di un unico e contemporaneo impianto per un massimo di 3 embrioni". A dare un segnale positivo, in controtendenza con il dato precedente, la consapevolezza di poter conservare gli embrioni in Italia: il 76% delle coppie intervistate e' a conoscenza di questa opportunita'.
I dati rilevati, inoltre, confermano l'importanza del rapporto medico-paziente: il 65% delle coppie dichiara che la sensazione di essere ascoltati dai ginecologi e dagli andrologi consultati conta 'moltissimo', mentre il 20% la considera 'molto' importante e solo per il 3% del campione 'non e' fondamentale'. Un buon rapporto medico-paziente, infatti, puo' aiutare le coppie alle prese con il difficile percorso di lotta all'infertilita', fonte di stress e di momenti difficili. Tra questi, l'isterosalpingografia per la valutazione della pervieta' delle tube e' considerata la fase peggiore dal 24% delle coppie, il monitoraggio ecografico dal 22% e le analisi preliminari dal 15%. Le coppie gia' sottoposte a trattamenti di Pma, invece, avvertono come maggiormente faticosi l'attesa dei risultati del test di gravidanza (35%) e il prelievo ovocitario (28%).
Allarmante il fatto che nel 46% dei casi le coppie dichiarano di scoprire autonomamente la figura e il ruolo dell'andrologo; un buon contributo arriva dal ginecologo, che ha consigliato al 24% dei pazienti di rivolgersi a questo specialista.
Il 19% degli intervistati, infine, ha molto timore che i farmaci utilizzati nel trattamento per l'infertilita' possano causare tumori; il 36% teme 'abbastanza' l'eventualita'.
Tra le altre novita' presentate oggi al congresso, l'impiego delle blastocisti per migliorare i risultati della Pma: dalla pratica clinica e' emerso che se il trasferimento in utero degli embrioni fecondati in vitro avviene allo stadio di blastocisti, aumenta la percentuale di successo dell'impianto. La blastocisti si forma dopo circa 5 giorni dalla fecondazione, mentre generalmente il trasferimento in utero viene fatto dopo un paio di giorni. Considerando, pero', che solo una minoranza degli embrioni arriva allo stadio di blastocisti, questa pratica risulta consigliabile nelle pazienti molto giovani che generalmente hanno a disposizione un alto numero di ovociti. E' invece sconsigliata, a causa della ridotta riserva ovarica, alle donne dopo i 38 anni di eta'.
Particolarmente significativa la testimonianza di Donatella Cartocci dell'Associazione fertilita' onlus, che illustrera' le iniziative a sostegno delle coppie infertili in tempo di crisi. Si tratta di servizi messi a punto dall'Associazione, in collaborazione con gli esperti del settore e offerti alle coppie infertili spesso sole e disorientate di fronte alla scelta del percorso terapeutico piu' adeguato: dai colloqui gratuiti con specialisti a convenzioni per gli esami diagnostici, fino alla possibilita' di sottoporsi a cicli di Pma personalizzata a costi molto contenuti per quelle coppie che rispondono ai requisiti minimi indicati sul sito www.fertilitaonlus.org.
(Com/Wel/ Dire)