IL BIG KILLER PER CHI SI ALIMENTA NELLA MANIERA SBAGLIATA E' L'IPERTENSIONE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 apr. - Sono ormai oltre 1,5 miliardi le persone obese o in sovrappeso, a fronte di 868 milioni di persone denutrite. Una proporzione allarmante: per ogni individuo che non ha accesso a cibo sufficiente, ci sono due persone che si alimentano troppo e male. Questo paradosso non e' piu' sostenibile non soltanto dal punto di vista etico, ma anche sotto un profilo sanitario, sociale ed economico. Alle cattive abitudini alimentari sono associati due decessi su tre nel mondo, che avvengono a causa di malattie cardiovascolari, diabete e tumori: la malnutrizione ha pertanto un ruolo fondamentale, poiche' e' direttamente o indirettamente responsabile di una serie di patologie che, per la prima volta, hanno causato un numero di decessi superiore a quello legato alla denutrizione. Il big killer e' l'ipertensione, che secondo i dati del Global Burden of Disease dal 1990 al 2010 ha registrato un'allarmante crescita del 27%, portandosi al primo posto tra i fattori di rischio mortalita'. Si stima che oggi nel mondo un adulto su tre soffra di pressione alta, alla quale si deve circa la meta' dei decessi per ictus e patologie cardiache.
Proprio all'ipertensione e' dedicata la Giornata Mondiale della Salute, che si celebra il 7 aprile: in questa occasione, il Barilla Center for Food & Nutrition mette a disposizione gratuitamente sul proprio sito www.barillacfn.com il primo BCFN Magazine, con l'obiettivo di divulgare a tutta la societa' civile cultura e consapevolezza sulle sfide globali del cibo attraverso il contributo dei piu' autorevoli esponenti italiani e internazionali del mondo scientifico e delle istituzioni. Tra le firme del primo magazine, Guido Barilla, Paola Testori Coggi, Ellen Gustafson, Gabriele Riccardi, Massimo Montanari, Camillo Ricordi e Danielle Nieremberg. Per affrontare l'emergenza obesita' e aiutare a diffondere una maggiore educazione alimentare, il BCFN ha anche individuato una serie di raccomandazioni ai governi e alle istituzioni.
Tra le principali: insegnare abitudini sane fin dall'infanzia, incentivando l'attivita' sportiva e l'educazione alimentare nelle scuole; programmare un impegno congiunto di governi e settore privato; diffondere la cultura della prevenzione, parlando con le persone del problema obesita' per far diventare i comportamenti sani delle scelte consapevoli.
È fondamentale iniziare attivita' di educazione e prevenzione a partire dalla gestazione e dall'infanzia: mancanza di attivita' fisica, ambiente obesogenico e cattiva alimentazione sono infatti determinanti nel generare l'attuale epidemia di obesita' infantile, che solo in Italia riguarda il 31,6% di bambini in eta' scolare, in Usa il 35,5%, in Gran Bretagna il 24,7%. Bambini che avranno da adulti maggiori probabilita' di sviluppare malattie quali diabete o patologie cardiovascolari.
Non irrilevante anche l'impatto economico e sociale di questa emergenza sanitaria. Si stima infatti che la spesa sanitaria sostenuta da una persona obesa sia il 20% piu' alta di quella di un soggetto normopeso. Solo in Italia il costo stimato dell'obesita' tra il 2010 e il 2050 raggiunge la cifra record di 347,5 miliardi di euro.
"Negli ultimi vent'anni abbiamo assistito a un importante incremento di patologie croniche, causa di disabilita' e di morte, che sono in larga parte dovute a stili di vita poco salutari e a cattive abitudini alimentari", ha dichiarato Gabriele Riccardi, professore di malattie del metabolismo alla Federico II di Napoli e membro dell'Advisory Board del Barilla Center. "Ipertensione, ma anche una dieta povera di frutta (quinta causa globale di malattia, con una crescita del +29% negli ultimi venti anni), un elevato indice di massa corporea (sesta, con una crescita estremamente preoccupante del +82%) e iperglicemia (settima causa, cresciuta del +58%). Una risposta efficace per contrastare queste patologie" ha concluso Riccardi "viene dall'alimentazione mediterranea, poiche' garantisce protezione contro le piu' diffuse malattie croniche: meno malattie cardiovascolari (- 10%) e, in particolare, ridotto rischio d'infarto (- 72%) e trombosi, meno casi di diabete e migliore difesa contro il cancro".
(Wel/ Dire)