MARINI: FINALMENTE SI DICE BASTA ALLE ARANCIATE SENZA ARANCE.
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 6 set. - Ben cinquantamila chili di vitamina C in piu' all'anno contro l'influenza saranno "bevute" dai 23 milioni di italiani che consumano bibite grazie all'aumento del 20 per cento del contenuto minimo di frutta previsto dalla nuova norma. E' quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente l'approvazione della mini-riforma della Sanita' da parte del Consiglio dei ministri su proposta dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Come richiesto da anni dalla Coldiretti, il provvedimento praticamente raddoppia il contenuto di frutta nelle bibite fissato fino ad ora al 12 per cento, con la presenza di circa duecento milioni di chili di arance in piu'.
"Finalmente si inverte una tendenza e si inizia a dire basta alle aranciate senza arance che ingannano i consumatori costretti a pagare l'acqua come la frutta e che stanno facendo sparire il frutteto italiano, con gravi perdite economiche ed occupazionali", ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che la norma "concorre a migliorare concretamente la qualita' dell'alimentazione e a ridurre cosi' le spese sanitarie dovute alle malattie, dall'influenza all'obesita'. Non va peraltro dimenticato l'impatto economico sulle imprese agricole poiche' l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria".
Consumare piu' frutta significa ridurre le malattie collegate direttamente all'obesita' che sono responsabili, sulla base dei dati della Commissione europea, del 7 per cento dei costi sanitari dell'Unione europea, questo perche' l'aumento di peso e' un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l'ipertensione, l'infarto e certi tipi di cancro. "In Italia ci sono- conclude la Coldiretti- un milione di persone non mangiano mai frutta, soprattutto tra i piu' giovani".
(Wel/ Dire)