IMPORTO "CONSISTENTE" PER LA NON AUTOSUFFICIENZA E INCONTRO CON I MINISTRI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 ott. - Dopo sei giorni di sciopero della fame e dei farmaci (iniziato il 21 ottobre), gli oltre 70 disabili gravi e gravissimi aderenti al Comitato 16 novembre onlus hanno sospeso la protesta. Alle ripetute denunce di "indifferenza" e "assenza" del parte del governo, ha fatto seguito il 27 ottobre la telefonata del ministro Elsa Fornero alla vicepresidente del Comitato Mariangela Lamanna. E cosi', "dopo frenetiche trattative telefoniche" come dice il Comitato, alle ore 19 del 27 ottobre e' stato sospeso lo sciopero della fame. Attraverso una nota il segretario del Comitato Salvatore Usala, che aveva annunciato una settimana fa l'inizio dello sciopero, spiega le proposte del ministro: "La professoressa Fornero ha preso i seguenti impegni: consultare il presidente Monti per stabilire un importo, comunque consistente, da inserire per la non autosufficienza; venire in Sardegna per un incontro nella sede del Comitato (via Nerva 20 Monserrato, Cagliari): all'incontro parteciperanno i ministri Balduzzi e Fornero e un sottosegretario dell'Economia, presumibilmente il professor Polillo, e una delegazione del Comitato".
Le "condizioni" poste dal Comitato 16 novembre sono le seguenti: "il fondo non autosufficienza deve essere di almeno 400 milioni e deve essere dedicato prevalentemente e prioritariamente per disabili gravi e gravissimi; deve essere blindato sugli obiettivi (piani individualizzati) onde evitare distorsione dei fondi da parte delle Regioni. Inoltre, il governo deve esaminare la fattibilita' del nostro progetto "Restare a casa". Il progetto ha come cardine il permanere del malato in famiglia, con l'eventuale rientro da struttura sociosanitaria o ospedaliera.
Destinatari sono i disabili gravissimi fisici e psichici affetti da patologie degenerative, demenza, traumi gravi, coma, comunque tutti i casi bisognosi di assistenza vigile per i bisogni vitali. Un progetto dai costi altissimi (1.650 milioni di euro), ma che il Comitato indica come poter reperire: "Il progetto risulta un investimento attivo che procura risparmi consistenti nel tempo. 750 milioni si possono trasferire dalla Sanita', capitolo relativo alle residenze sanitarie, al Welfare. I risparmi sono certi perche' in Rsa il costo annuo per il Ssn e' di almeno 70.000 per malato critico. 300 milioni vanno a carico degli enti locali e 600 a carico dello stato alle Politiche sociali". Indicati anche i rientri per lo stato: "Con 1.650 milioni diretti alle famiglie si retribuiscono ben 183.000.000 di ore di assistente familiare, livello C Super del Ccnl domestico corrispondenti a circa 90.000 posti di lavoro full-time.
L'immissione di denaro, (1.650 milioni), con creazione di posti di lavoro crea maggiori consumi e quindi piu' Iva (300 milioni), inoltre si ha un gettito Irpef (200 milioni) e contributi Inps (180 milioni) per un totale di 680 milioni che rientrano nelle casse statali".
Sostengono i promotori: "Il progetto rappresenta un freno alla crescita esponenziale di Rsa che costano alla comunita' fornendo servizi scadenti. Inoltre, crea posti di lavoro con sistemazione di tanti care-giver costretti ad abbandonare il lavoro per accudire il familiare". E' quindi "un contributo alla crescita del Pil in maniera creativa sul sociale, un intervento sul sociale a costo zero che segna un'inversione di tendenza". Infine, "l'aiuto diretto alle famiglie innesca un circuito virtuoso non dissimile dal microcredito teorizzato dal premio Nobel Mohammad Yunus" e "fa diminuire i ricoveri ospedalieri: infatti, la casa e' un ambiente povero di carica batterica". Conclude Usala: "Siamo certissimi dell'impegno del ministro Fornero, ci dato la sua parola, e questo basta, ma se anche stavolta mancheranno alle promesse riprenderemo la battaglia piu' duramente di prima".
(Wel/ Dire)