LETTERA-APPELLO DEL CAPO DIPARTIMENTO PIEMONTE-VALLE D'AOSTA.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 25 ott. - La Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta, nell'intento di "offrire un miglioramento delle cure e dell'assistenza delle persone affette da patologie tumorali", ritiene "prezioso e insostituibile" il ruolo del medico di famiglia nella rete oncologica e negli interventi di counselling, e la sua partecipazione alla elaborazione di percorsi diagnostici terapeutici. Lo scrive in una lettera il direttore del Dipartimento Funzionale Interaziendale e Interregionale della Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta, Oscar Bertetto.
In questo modo, spiega, gli obiettivi della Rete Oncologica sono "il superamento delle disomogeneita' territoriali e raggiungimento di standard di trattamento sempre piu' elevati; la semplificazione delle fasi di accesso ai servizi da parte del paziente, lo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali uniformi e coerenti, insieme al potenziamento di un'attivita' di ricerca sempre piu' all'avanguardia che trasferisca i risultati ottenuti in ambito clinico". Bertetto spiega che "il paziente, in un momento di cosi' grande fragilita' che coinvolge la persona e il suo sistema di vita da un punto di vista biologico, cognitivo, emotivo, relazionale, sociale e spirituale, e' quindi sgravato dal peso di prenotazioni di qualunque tipo (in tempi ravvicinati, senza occuparsene direttamente usufruira' di ogni tipo di diagnostica occorrente) ed e' supportato dal Gic, un team composto da medici e infermieri di diversa specializzazione che garantiscono un approccio multiprofessionale e multidisciplinare basato sulla comunicazione e la condivisione". E' quindi "importante" che in questo processo sia coinvolto il medico di Medicina generale, depositario della fiducia del proprio assistito, che ricopre un ruolo di riferimento autorevole, che lo conosce da piu' tempo e sa quali sono le condizioni socio culturali ecomiche della sua famiglia". (Wel/ Dire)