IDO RIAPRE DIBATTITO IL 10 NOVEMBRE A ROMA PER EVITARE CONFUSIONI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 ott. - Idee sbagliate sui Disturbi dell'apprendimento (Dsa) rischiano di aggiungere confusione su confusione. Discordanze sulla stessa definizione, sulle modalita' di diagnosi e sulla quantita' di casi differenti che vi rientrano al suo interno stanno riaccendendo il dibattito su una problematica dai contorni sempre meno delineati e dai particolari sempre piu' osservati, che vede aumentare del 25-30% le richieste di certificazione Dsa nelle Asl. L'Istituto di Ortofonologia (IdO) ha quindi deciso di riprendere le file del discorso su questi disturbi e parlare appunto di 'Dislessie' e del 'ruolo della scuola nella complessita' degli apprendimenti' al XV° convegno nazionale dell'IdO il 10 novembre a Roma, alle ore 9, presso l'Istituto Regina Elena in Via Puglia 4.
"Utilizziamo il termine 'Dislessie' proprio per sottolineare che le cause da cui origina sono tante e diverse, e c'e' una tale distorsione nel definire un disturbo dell'apprendimento che ultimamente si tende a parlarne indicando cosa non e' e non cosa sia esattamente. Infatti, si afferma che non e' un disturbo del comportamento o un deficit intellettivo". Ha affermato Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Ido.
Ma la diagnosi e' chiara? "Non direi - ha risposto Silvio Maggetti, neuropsichiatra infantile della Asl di Carbonia in Sardegna - dal momento che al suo interno fanno rientrare anche bambini con quoziente intellettivo nel range 70-85 che non dovrebbero far parte della dislessia". Le cause di questa "situazione ingarbugliata" andrebbero rintracciate, secondo il neuropsichiatra, in un "tipo di diagnosi a maglie larghe basata su criteri 'prevalentemente quantitativi' che ha trasformato i Dsa in un rifugio per famiglie e scuola, pronte a richiedere un certificato quando il bambino va male. Dato confermato - ha precisato il professore - dall'aumento del 25-30% di richieste di certificati di Dsa in tutte le Asl". Per fare in modo che le problematiche scolastiche vengano affrontare all'interno della scuola bisognera' "invertire la tendenza - ha spiegato Antonio Leone, psicoterapeuta e docente del liceo statale 'Eleonora D'Arborea' di Cagliari - perche' non si puo' scambiare la scuola con la misurazione di comportamenti disfunzionali attraverso l'uso di questionari, che non sono strumenti dell'insegnante e non rappresentano la chiave per affrontare i problemi didattici e pedagogici". Allora il lavoro passera' ai docenti che "devono recuperare con coraggio i mezzi necessari per affrontare e risolvere quelle che sicuramente sono difficolta' scolastiche". Secondo Maggetti si dovrebbe spostare l'accento "dagli steccati diagnostici ai bisogni del bambino per capire meglio le difficolta' che vive, il suo funzionamento e cosa gli occorre per recuperare il suo deficit. In sostanza - ha spiegato il neuropsichiatra infantile - si tratterebbe di elaborare prima un profilo funzionale, e quindi delle particolarita' del bambino, per attivare poi un training di recupero e sviluppare una diagnosi non basata solo sulla quantificazione di test ma su un attento periodo di osservazione delle capacita' del minore.
Certificare subito un Dsa - ha concluso Maggetti - partendo da questa modalita' diagnostica attualmente in essere e non dal profilo dei bisogni, significa condizionare la vita e il futuro del bambino senza motivazioni verificate". Per partecipare al convegno e' necessario accreditarsi scrivendo all'indirizzo email convegno@ortofonologia.it o inviando un fax al numero 06.45.499.549.
(Wel/ Dire)