PASSAVANO I RICETTARI IN BIANCO IN CAMBIO DI TV E LIQUORI
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 8 ott. - Interi ricettari 'passati' in bianco ad un farmacista (che per gli inquirenti li ricompensava con 'regali' di vario tipo) che in questo modo poteva inscenare la vendita di farmaci dopanti e incassarne pure il rimborso dall'Ausl di Pesaro Urbino. E' quanto ha scoperto l'inchiesta a chiusura della quale che i Carabinieri del Nas e la Procura di Rimini accusano Cesare Ricciutelli e Domenico Cannata', due medici di famiglia di Piandimeleto, in provincia di Pesaro. I due sanitari, che questa mattina sono stati arrestati insieme ad altre cinque persone, nei mesi scorsi avrebbero consegnato interi ricettari medici in bianco a Walter Mattozzi, il 46enne che gestiva una farmacia a Piandimeleto. I farmaci contenenti sostanze dopanti (come Nandrolone, Lanzoprazolo, Testovis, Testoviron) finivano tutti nelle mani del gestore di un negozio di integratori alimentari di Morciano di Romagna (che si occupava di 'spacciarli' a istruttori di palestra e altri appassionati di culturismo), ma il farmacista si serviva delle ricette per truffare il Servizio sanitario nazionale: le compilava (intestandole a pazienti reali dei due medici ma ignari di tutto), ci attaccava le 'fustelle' ritagliate dalle scatole di farmaci e cosi' incassava cospicui rimborsi dall'Ausl.
Funzionava cosi' la maxi-truffa scoperta dai Carabinieri del Nas di Bologna, che hanno cominciato a indagare 10 mesi fa dopo la segnalazione di un cittadino di Misano Adriatico, una frazione di Riccione, che si era accorto di uno strano 'giro' di sostanze dopanti legato al negozio "Body project" di Morciano. Il gestore, Giacomo Rattini (20 anni), e' finito in carcere insieme al padre Giorgio (56 anni) per un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Rimini; carcere anche il farmacista Mazzotti, mentre per i medici sono scattati i domiciliari. Se il farmacista Mazzotti era il principale fornitore del negozio di Rattini, non era pero' il solo: alcuni farmaci (soprattutto esteri) gleli procurava una coppia della zona, un uomo di Riccione e la sua compagna ungherese. Entrambi sono stati arrestati e sono ai domiciliari. Gli inquirenti hanno scoperto che la donna faceva arrivare dall'Ungheria anche un farmaco (il Regelon) che in Italia e' vietato da tre anni perche' pericoloso. Tra i fornitori di Rattini, poi, c'e' anche un'altra farmacista, che pero' e' soltanto indagata, sempre della zona. Infine, tra le persone raggiunte oggi da un misura restrittiva c'e' anche un 'pusher', un uomo che partecipava allo 'smercio' dei farmaci e si occupava di distribuirli negli ambienti delle palestre e ad alcuni clienti abituali: per lui il gip ha ritenuto sufficiente l'obbligo di dimora. Tra gli indagati a piede libero (diverse decine) ci sono anche due istruttori di body building che lavorano in palestre nella zona di Morciano di Romagna e Misano Adriatico. L'indagine del Nas, che va avanti da gennaio, aveva gia' avuto un esito importante nel marzo scorso, quando Mazzotti e Rattini vennero arrestati in flagranza a Misano: i militari li videro mentre si scambiavano delle confezioni di farmaci. Gia' in quell'occasione vennero sequestrati 600 confezioni di farmaci che erano gia' stati 'desfustellati' e per cui Mazzotti aveva gia' incassato il rimborso del Servizio sanitario nazionale. Vittima della truffa e' materialmente l'Ausl di Pesaro Urbino, che ha rimborsato a Mazzotti almeno 10.000 euro (per 300 ricette). Dopo quell'arresto, il farmacista rimase per un certo periodo in carcere, poi ai domiciliari e poi torno' libero. Rattini, invece, era tuttora ai domiciliari: oggi i Nas gli hanno portato la nuova ordinanza e l'hanno accompagnato in carcere. Le indagini del Nas non si fermano con la maxi-operazione di questa mattina, che oltre ai sette arresti ha visto l'esecuzione di 35 perquisizioni (nelle province di Rimini, Pesaro-Urbino e Livorno). Per il momento, il Nas ha rintracciato clienti di questo 'giro' nelle province di Rimini, Pesaro-Urbino e Livorno, in Toscana. Ma potrebbero essercene altri in altre province. Uno dei 'capitoli' su cui gli uomini del Nas continueranno a lavorare, poi, e' la questione della contropartita ottenuta dai due medici complici del farmacista: il sospetto, per ora, e' che in cambio dei ricettari abbiano ottenuto regali di vario tipo (dalle bottiglie di liquore alle televisioni). I sanitari sono stati controllati e anche intercettati mentre parlavano al telefono col farmacista: non ci sarebbero comunicazioni esplicite, ma gli inquirenti hanno fatto caso ad alcune espressioni ricorrenti (come "Poi ci si vede") che farebbero riferimento al fatto di essere 'ricompensati'. Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, falso in atto pubblico, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, spaccio di stupefacenti, cessione e somministrazione di sostanze dopanti. Il Nas stigmatizza il comportamento "senza scrupoli" dei due medici compiacenti, che a maggior ragione essenso medici avrebbero dovuto conoscere la pericolosita' di queste sostanze ed essere premurosi verso i cittadini.
All'indagine, sviluppata dal Nas di Bologna sotto la guida del comandante Sabato Simonetti, hanno lavorato anche gli uomini del Gruppo per la tutela della salute di Roma guidati da Giovanni Capasso. Alle operazioni odierne hanno lavorato anche militari di Misano Adriatico, Riccione, Rimini, Pesaro Urbino e Livorno.
(Wel/ Dire)