"AFFRONTARE RACCORDO TRA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE E ADULTA".
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 4 ott. - "Non e' vero che non c'e' nulla da fare per le persone autistiche dopo l'eta' evolutiva. Si puo' fare tanto e i miglioramenti sono documentati in molte aree importanti, dalla comunicazione sociale allo stare in gruppo e alla qualita' della vita. Il percorso di crescita deve proseguire nell'eta' adulta, per far ritrovare ai soggetti autistici quelle capacita' perdute nel corso del tempo, nel vuoto che si viene a creare dopo il diciottesimo anno di vita". Cosi' Francesco Barale, professore ordinario di Psichiatria presso l'Universita' di Pavia, al convegno sull'autismo promosso oggi dall'esponente dell'Udc, Paola Binetti, a Palazzo Marini.
"E' importante affrontare- ha continuato il presidente della 'Fondazione Genitori per l'autismo'- il raccordo tra neuropsichiatria infantile e quella degli adulti". Il numero dei casi di autismo "crolla improvvisamente a partire dai 18 anni, eta' in cui si perde la diagnosi e arriva il vuoto. La questione deve rimanere all'interno della neuropsichiatria infantile, dobbiamo riflettere su come sostenere i processi di crescita continua per l'eta' adulta". Negli anni '80 Barale ha contribuito a fondare il 'Laboratorio Autismo', centro universitario di ricerca afferente al dipartimento di Sanita' Pubblica, Neuroscienze, Medicina Sperimentale e Forense dell'Universita' di Pavia, per occuparsi dell'evoluzione dell'autismo dopo l'adolescenza e come centro clinico per offrire consulenze e interventi. "Il Laboratorio ha seguito piu' di 400 casi, 400 storie vissute dal punto di vista della loro evoluzione. Poi, nel 2002, dopo anni di studi e dopo aver visitato numerosi centri, la Fondazione Genitori per l'Autismo ha creato Cascina Rossago. Si tratta di un'ex azienda agricola dismessa- ha spiegato il fondatore- da noi ristrutturata e riorganizzata come luogo di riabilitazione e abilitazione" per i soggetti autistici a basso funzionamento.
"L'autismo non e' una malattia, e' una nebulosa- ha precisato Barale- la coerenza interna della sindrome e' molto dubbia e bisogna essere cauti e prudenti, procedendo nella ricerca senza paradigmi". Affrontando poi il dibattito sulle Linee Guida (LG), ha affermato che "sono un bene, ma e' chiaro che riflettono una situazione incerta, dinamica e in evoluzione, realizzata sulla base della letteratura evidence based, anche se nel nostro caso esiste una conoscenza che non si riflette in questa letteratura". Per il professore di Pavia le LG andrebbero prese "con intelligenza clinica, non sono prescrizioni. Devono rappresentare una sollecitazione a produrre evidenze a partire dai saperi clinici che hanno prodotto poco. Sarebbe riduttivo risolvere tutto in un unico intervento tecnicistico, limitare a un approccio intere progettualita' di esistenza che entrano in campo nell'eta' evolutiva e adulta. Abbiamo una straordinaria eterogeneita'".
Il fondatore di Cascina Rossago si e' augurato che "si apra una riflessione permanente, per occuparci di autismo senza fanatismi e bandiere, con la percezione che si agisca per facilitare i percorsi di esistenza. Occorre una riflessione pacata- ha concluso Barale- per prendere il meglio da tutte le tradizioni terapeutiche nel tentativo di integrare gli aspetti buoni con una tensione alla persona e al contesto, permettendo cosi' alle persone autistiche di ritrovare gli ingredienti fondamentali dell'umano, che ci sono ma in maniera bizzarra". (Wel/ Dire)