SANITÀ. TRAPIANTI CUORE, SICCH: DONATORI, PROBLEMA INVECCHIAMENTO
AUMENTÒ ETA MEDIA OSTACOLA UTILIZZO DELL'ORGANO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 nov. - L'Italia pur rimanendo tra i paesi che hanno un buon numero di donatori, 23 donatori per milione di abitanti (il primo al mondo e' la Spagna), risente del problema dell'invecchiamento della popolazione da una parte e dall'altra di un migliore e ovviamente ancora auspicabile progresso della prevenzione in generale, in particolare quella legata alla sicurezza, incidenti stradali, incidenti sul lavoro. In Italia vengono effettuali circa 300 trapianti di cuore in un anno, i pazienti in lista d'attesa sono oltre 700. Un paziente attende un nuovo cuore in media 2,5 anni e la mortalita' tra costoro e' dell'8,22%. L'eta' media dei donatori e' di 63 anni e le donazioni registrano un dato stabile dal 2004 ad oggi: da 1.120 all'attuale 1.201. Questi dati dimostrano pero' che le donazioni sono ferme sulle stesse percentuali da diversi anni e sono decisamente inferiori alla richiesta clinica. I pazienti in lista d'attesa per ricevere un trapianto di cuore spesso muoiono attendendo un organo che non arriva, mentre per altri l'opzione trapianto non viene neppure presa in considerazione.
È questa la denuncia della Sicch, Societa' italiana di Chirurgia cardiaca, espressa nell'ambito di una tavola rotonda dedicata al tema dei trapianti, durante il XXVI congresso nazionale della societa' scientifica in corso a Roma dal 10 al 13 novembre.
"Se la disponibilita' di sistemi di assistenza meccanica al circolo costituisce oggi un'alternativa attraente al trapianto cardiaco, le possibilita' di reintegro sociale dei pazienti cosi trattati ed i costi connessi all'impianto di un sostituto artificiale, appaiono tuttora sfavorevoli a confronto con il trapianto", ha affermato Francesco Santini, segretario scientifico della Sicch, Societa' italiana di Chirurgia cardiaca.
"Sarebbe auspicabile una rinnovata presa d'atto delle Agenzie Sanitarie preposte al problema delle donazioni, che possa poi tradursi in iniziative diversificate, dalla semplice realizzazione di campagne di sensibilizzazione della popolazione e della famiglia, alla piu' importante formazione del personale sanitario delle rianimazioni e pronto soccorso, logisticamente piu' esposto all'opportunita' di una donazione. Lo sforzo aggiunto richiesto a questo personale medico e paramedico andrebbe poi riconosciuto e incentivato. Tali iniziative dovrebbero peraltro tener conto di una significativa diversita' di attitudine alla donazione espressa da sempre sul territorio nazionale, e comunque favorire al massimo l'iter burocratico e formale che orbita intorno alla potenziale donazione", ha concluso il prof. Santini.
Ad oggi di fatto non ci sono comparabili alternative al trapianto di cuore. Da qui l'esponenziale importanza della donazione. L'assistenza meccanica non offre ancora sufficienti margini di efficacia clinica a fronte di costi molto elevati dovuti non solo all'impianto ma alla sua gestione nel corso del tempo.
(Wel/ Dire)
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