SALUTE. ANZIANI, NASCE SOCIETÀ ITALIANA DI CARDIOLOGIA GERIATRICA
OGNI ANNO 150MILA ANZIANI HANNO UN INFARTO, OLTRE 6MILIONI SOFFRONO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 mar. - Un medico europeo su
due sa che la principale barriera all'accesso a cure sanitarie
ottimali e' l'eta': oltre meta' degli over65 rischia di ricevere
cure inadeguate. Cosi' oggi a temere per il proprio futuro sono
gli stessi medici: secondo un'indagine condotta su 1130
professionisti europei, intervistati dall'Economist Intelligence
Unit sulla qualita' delle cure all'anziano, l'80% dichiara di
essere preoccupato dei trattamenti che loro stessi riceveranno da
vecchi, e oltre il 50% ritiene che l'ageismo - la discriminazione
degli anziani in base all'eta' - limiti l'accesso a cure mediche
ottimali. Dati italiani confermano i timori: ogni anno 150mila
anziani hanno un infarto, oltre 6 milioni soffrono di malattie
cardiovascolari, ma piu' del 50% non riceve terapie adeguate.
Manca, dunque, una cultura che metta alla porta l'ageismo sia da
parte del Sistema Sanitario Nazionale, che non investe abbastanza
risorse nella prevenzione e nell'aderenza alla terapia, sia da
parte degli stessi anziani, che si considerano troppo 'vecchi'
per averne benefici. Proprio per far fronte a questa
discriminazione nasce la Societa' Italiana di Cardiologia
Geriatrica (SICGe), fondata da un gruppo di autorevoli
rappresentanti della cardiologia e della geriatria italiana, che
hanno sottoscritto il primo manifesto interdisciplinare contro
l'ageismo. "La nuova societa'- spiega Niccolo' Marchionni,
neoeletto Presidente SICGe e Ordinario di Geriatria
all'Universita' di Firenze- nasce dall'idea di fondere cultura
geriatrica e cardiologica per identificare i cardiopatici anziani
fragili piu' bisognosi di cure innovative e personalizzate, e per
sensibilizzare cittadini e mondo sanitario all'importanza di
aderenza terapeutica ed equita' nell'accesso alle cure. Sappiamo
infatti che, nel post-infarto, un'aderenza terapeutica di almeno
l'80%, potrebbe prevenire ogni anno la morte di circa 200
"giovani anziani" (fra i 65 e i 74 anni), ma di ben 2700 over75,
con riduzione dei nuovi ricoveri ed un risparmio annuale di 15 ml
di euro per il SSN. Inoltre, gli anziani in forma possono essere
una preziosa risorsa sociale, e si stima che over60 in salute,
ancora in grado di lavorare, possono far crescere la
produttivita' del Paese del 2%".
"L'aumento dell'aspettativa di vita di circa 14 anni negli ultimi
40- dichiara Alessandro Boccanelli, membro del Consiglio
Direttivo SICGe e Direttore del Dipartimento di Malattie
Cardiovascolari dell'Ospedale San Giovanni di Roma- ha fatto
coincidere molte patologie cardiovascolari, come l'infarto che
colpisce di piu' tra i 66 e i 69 anni, lo scompenso
caratteristico dei 75 anni o la fibrillazione atriale piu'
critica per gli 80enni, con le problematiche tipiche della
vecchiaia. Ma sono molti i pazienti avanti negli anni che, una
volta ricoverati per infarto, vengono lasciati nella struttura di
primo soccorso, mentre i piu' giovani sono trasferiti in ospedali
con cure piu' avanzate. Occorre invece - continua Boccanelli - ed
e' questo l'obiettivo di SICGe, sviluppare da un lato competenze
che uniscano conoscenze geriatriche e cardiologiche, per offrire
anche all'anziano la massima appropriatezza di cure, e dall'altro
promuovere la cultura della prevenzione". "La co-presenza di
patologie della sfera psichica, quali depressione e demenza-
afferma Marco Trabucchi, Presidente dell'Associazione Italiana di
Psicogeriatria (Aip)- interferisce sia con la diagnosi sia con la
terapie delle malattie somatiche, anche perche' influenza
direttamente l'evoluzione delle cardiopatie: la depressione, ad
esempio, raddoppia il rischio di mortalita' ad un anno dopo un
infarto. È quindi obbligatorio rilevare le condizioni di salute
globale attraverso una valutazione multidimensionale, e poi
costruire un approccio terapeutico che tenga in considerazione
l'interazione tra soma e psiche". "Ancora oggi in cardiologia-
dichiara Massimo Volpe, Ordinario di Cardiologia alla 'Sapienza'
di Roma- l'indicazione terapeutica anche a trattamenti invasivi,
quali l'angioplastica, l'impianto di defibrillatori o un
intervento chirurgico, viene spesso posta nell'anziano con
valutazione soggettiva, largamente influenzata dall'eta'
cronologica, con ingiustificata esclusione di pazienti
trattabili. Sarebbe invece utile una valutazione geriatrica
oggettiva, che tenga conto delle capacita' cognitive, di
cooperazione nell'aderenza alle terapie ed ai successivi
controlli clinici. Sia in emergenza, sia nelle scelte
terapeutiche elettive, l'interazione cardiologo-geriatra puo'
migliorare l'accesso alle cure proprio nei piu' anziani".
(Wel/ Dire)
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