ECCO LA PROPOSTA DI LEGGE A CUI STA LAVORANDO IL SOTTOSEGRETARIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 mar. - La crisi e i tagli
alla sanita' stanno portando alla chiusura di molti piccoli
ospedali, presidi storici di tante comunita'. Ma la loro sorte
non e' decisa, c'e' ancora una possibilita' da vagliare. Adelfio
Elio Cardinale, sottosegretario alla Sanita', ha preso a cuore la
questione e in questa intervista alla Dire (integrale su
www.dire.it) illustra la proposta a cui sta lavorando: dare le
strutture ospedaliere in gestione ai medici del territorio.
Perche'? "Ci sono tante strutture, anche sedi storiche, che
vengono chiuse e abbandonate al loro destino. Molte volte questi
ospedali vengono anche occupati e diventano sede delle piu' varie
associazioni o gruppi che li utilizzano a titolo gratuito.
Tenendo conto anche dei recenti allarmi su casi di
sovraffollamento e intasamento dei pronto soccorso nei grandi
ospedali, ho deciso di intervenire e di aprire una riflessione
sulla necessita' di potenziare la medicina del territorio".
Meglio quindi 'tenerli aperti' che chiuderlia' "Si', bisogna
assolutamente fare in modo che queste strutture pubbliche non
diventino fatiscenti, inutilizzabili. Alla fine sono soldi
pubblici e non e' proprio il caso, visto il momento, che le
amministrazioni pubbliche perdano patrimoni non indifferenti".
Collegato a questo tema, c'e' l'intasamento dei pronto
soccorso nei grandi ospedali. Interverrete? "Purtroppo abbiamo
problemi a livello di medicina di base. Abbiamo calcolato che su
25 milioni di accessi annuali solo il 2% per cento sono in codice
rosso. La stragrande maggioranza sono lievi malori che possono
essere gestiti altrove".
Ma come si possono utilizzare questi 'piccoli ospedali'? "C'e'
gia' una proposta di legge che va in questa direzione, e mi
auguro che se ne acceleri l'approvazione. Si prevede di affidarne
la gestione ad associazioni di medici di base, quelli di
famiglia. Ho sentito le diverse associazioni professionali e ho
potuto riscontrare un loro forte interessamento a creare nuovi
servizi medici h24, sette giorni su sette, nei vari territori".
In che modo questo aiuterebbe la funzione dei grandi ospedali?
"I presidi diventeranno dei veri e propri 'filtri' e in questo
modo e' certo che avremo una forte diminuzione di accessi, che
negli ospedali arriveranno i casi veramente gravi".
I medici come gestiranno le strutture? "Su questo ci sono
diverse ipotesi, si studieranno le varie forme di 'associazione'
per la gestione e l'affitto dei locali o di una parte di essi.
Penso a forme anche cooperative di medici, anche di giovani
medici delle varie specialita', insieme ad infermieri e tecnici
della riabilitazione, possono costituire quel primo accesso
valido a cui rivolgersi senza andare per forza nel grande
ospedale".
Lei ha gia' sentito le parti in causa? "Si', ho parlato con
diverse associazioni dei medici, con alcune facolta'
universitariea' sono certo che da una fattiva collaborazione si
possa ottenere un duplice risultato: non depauperare queste
strutture e creare un filtro anti intasamento degli ospedali. Da
parte mia cerchero' di coinvolgere tutti, le Regioni, le
associazioni, le facolta', non prometto miracoli ma sono certo
che si possa centrare l'obiettivo".
(Npe/ Dire)