SANITA'. CURE PRIMARIE, SMI: PUNTARE SU INTEGRAZIONE DEI SERVIZI
LA PROPOSTA DEL SINDACATO PER LA RIFORMA, INVIATA AL MINISTERO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 mar. - Maria Paola Volponi,
responsabile nazionale per la convenzionata del Sindacato dei
medici italiani (Smi), e' intervenuta nel dibattito sulla
modifica dell'articolo 8, per la riorganizzazione delle Cure
primarie e ricorda come nel pacchetto di proposte inviato al
tavolo tecnico del ministero della Salute, buona parte degli
spunti del documento Smi siano "diventati patrimonio comune di
molte altre sigle sindacali del settore".
"Sugli aspetti normativi, sulla ristrutturazione del compenso,
sull'accesso e il contratto unico- ha spiegato Volponi- molti
altri sindacati hanno finito per condividere le nostre posizioni
su questi nodi. È ormai evidente a tutti, che deve esistere
un'unica area della medicina generale e del territorio, con
accesso unico, formazione specifica, possibilita' di carriera,
con uguali tutele e diritti per tutte le figure professionali che
vi operano. Magari nella prospettiva, un giorno, di un' unica
area contrattuale di tutti i medici della dirigenza e della
convenzionata".
"La parola d'ordine e' integrazione con i servizi ospedalieri-
ha sottolineato la responsabile- valorizzando la guardia medica e
il 118 e l'interrelazione con gli specialisti ambulatoriali.
Siamo certi che, se si superassero alcuni particolarismi,
potremmo costuire su queste basi una piattaforma di proposta
forte, come avviene tra le sigle della dirigenza medica.
Purtroppo cosi' non e', ma lo Smi continuera' in questa direzione
con questo spirito unitario e propositivo, anche se certo non
mancano anche gli elementi di contrasto".
Lo Smi entra, quindi, nel merito della riorganizzazione stessa
dei servizi: "Fino ad oggi- ha aggiunto Volponi- si e' parlato
molto di nuovi modelli organizzativi sul territorio, e in
particolare di forme associative territoriali, piu' o meno
complesse, come la soluzione delle problematiche emergenti.
Sempre partendo da una modellistica rigida e calata dall'alto.
Non e' cosi': a nostro parere la riorganizzazione delle cure
primarie deve essere decisa e condivisa a livello periferico e
garantire alcuni criteri declinati a livello centrale: equita',
efficienza, efficacia, integrazione".
Rispondendo a "ben noti macrofenomeni bio-psico-sociali in
essere, che rendono indispensabile il riordino stesso e
l'integrazione: evoluzione demografica e tasso di assistiti
anziani, correlato aumento delle patologie croniche,
modificazioni strutturali dell'ordinamento sociale, sviluppo
tecnologico e problemi bioetici, processi d'integrazione e
multiculturalismo, conseguenze delle crisi ed instabilita'
economiche sulla rete dei servizi e sui bisogni assistenziali".
Lo Smi ritiene, inoltre, che "questa modalita'
normativa/organizzativa debba tenere conto delle realta' e dei
contesti socio-orogeografici-demografici, ma anche dei profili
riguardanti la prossima riduzione in termini assoluti dei
professionisti laureati in medicina". Tali mutate condizioni
generali "devono comunque essere coniugate ai criteri distintivi
della Medicina generale, della Pediatria di libera scelta e della
Specialistica ambulatoriale interna, che rimangono elementi
essenziali all'interno di ogni riordino e integrazione:
accessibilita', capillarita', relazione fiduciaria, qualita'
diffusa ed omogenea, libera scelta, gradimento, orientamento
olistico e centrato sulla persona".
Lo Smi ha ispirato la proposta inviata al tavolo tecnico del
Ministero della salute "ai principi che lo legano alla Societa'
Scientifica Assimefac, riconosciuti a livello internazionale da
Wonca, riguardanti la salute, l'approccio alla salute, il
paziente e la sua famiglia, binomio paziente-famiglia, paziente
complesso, caregiver del paziente complesso; l'offerta dei
servizi e l'operativita' dei professionisti; i processi di cura e
di assistenza ed i relativi esiti". A tal fine, conclude Volponi,
e' necessaria una politica sanitaria basata non solo su criteri
gestionali ed economici, ma che punti anche alla formazione di
tutte le professioni mediche sanitarie e sociali, basata sul
modello 'long life learning', gestita in collaborazione tra le
varie istituzioni competenti".
(Wel/ Dire)
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