LA RICHIESTA: SPAZI VERDI 'ANTI ALLERGIA' IN TUTTE LE CITTA'.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 mar. - "Le conoscenze ci
sono ed e' arrivato i momento di metterle in pratica. Serve una
riprogettazione degli spazi verdi nelle aree urbane a cominciare
da scuole e ospedali. Solo a Roma, ad esempio, esclusivamente per
le cupressacee (per le quale e' stimato un indice di prevalenza
di pollinosi del 28%) nel periodo 2006-2011 l'indice pollinico e'
passato da 3.000 a 21.000. Stesso andamento per le graminacee
(per le quali e' stato stimato un indice di prevalenza di
pollinosi del 60%) con un incremento dell'indice pollinico da
2.000 a 11.000 (fonte Aia)". E' questo il messaggio che esce
dall'incontro organizzato dall'Associazione italiana di
aerobiologia- Aia, Federasma ed Istituto superiore protezione e
ricerca ambientale- Ispra, in occasione della 'V giornata
nazionale del polline' e 'I giornata del paziente allergico", nel
corso delle quali sono state avanzate proposte per una "nuova
dimensione verde" che tenga conto degli impatti sulla salute.
Piu' in generale, segnalano aia, Federasma e Ispra, "la
maggior parte delle piante attualmente presenti nelle citta' sono
altamente allergizzanti e non aiutano a mitigare le cause di
quella che ormai sta diventando una vera e propria malattia
sociale: l'allergia". Una diversa realizzazione ed una corretta
gestione degli spazi verdi, insieme al monitoraggio continuo dei
pollini, sono i 3 passi da compiere per mitigare gli effetti di
scelte passate. Federasma segnala inoltre "un incremento, dal
1950 ad oggi, dal 10% al 30% della popolazione colpita da una
manifestazione allergica, dato che include bambini ed adolescenti
in eta' scolare". Il monitoraggio dei pollini che tutti i giorni,
attraverso la rete del sistema delle agenzie ambientali Pollnet e
la rete dell'Associazione italiana di aerobiologia Rima, per un
totale di circa 100 centraline sparse su tutto il territorio
nazionale, tiene sotto controllo la quantita' di polline e spore
presenti nelle differenti aree geoclimatiche rappresenta gia' un
utile strumento per la prevenzione, la diagnosi, la terapia e la
gestione clinica delle malattie allergiche.
"Ma e' solo il primo passo- spiegano Aia, Federasma e Ispra-
il secondo e' relativo agli spazi verdi. Una progettazione mirata
del verde urbano, con l'utilizzo sistematico di piante non
allergeniche (come acacia, acero ippocastano, corbezzolo, palme,
agrumi, magnolia, alloro), porterebbe una diminuzione
significativa degli allergeni nell'aria favorendo una migliore
qualita' della vita del paziente allergico". Inoltre, con
un'idonea gestione dei giardini pubblici e privati, con sfalci e
potature che precedano la fioritura, "si riuscirebbe ad ottenere
lo stesso effetto di riduzione di pollini anche per le piante
spesso altamente allergizzanti (graminacee, urticacee,
paritaria)". Federasma pone l'accento su come "i piu' recenti
dati scientifici evidenzino un incremento, dal 1950 ad oggi, dal
10% al 30% della popolazione colpita da una manifestazione
allergica, dato che include bambini ed adolescenti in eta'
scolare". Inoltre, "il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni
soffre di asma bronchiale, nell'80% dei casi provocata da
allergie, mentre il 18-20% soffre di rinite allergica". Ancora,
"il 10 % presenta dermatite atopica, malattie che riconoscono
nell'inquinamento indoor/outdoor e nel fumo di sigaretta due
importanti fattori di rischio e causa di esacerbazione della
malattia". Un andamento "sempre in aumento e che mostra come nel
Belpaese le malattie allergiche siano diventate la prima causa di
malattia cronica per la fascia di eta' compresa tra 0-14, seguite
da asma e bronchite", come evidenziato dall'ultimo Rapporto del
ministero della Salute sullo Stato Sanitario del Paese.
(Ran/Dire)