SANITA'. PRONTO SOCCORSO BOLOGNA, UDC: PAGA SOLO 1 SU 10 SORBI: SU 923 MILA
PRESTAZIONI, SOLO 122 MILA PAGANTI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 mar. - Nei pronto soccorso
di Bologna e provincia non paga quasi nessuno. Ovvero, uno su
dieci. Lo dice il capogruppo Udc della Provincia, Mauro Sorbi,
secondo cui i numeri impongono una riflessione: nel 2011, scrive
in una nota, si sono registrati 211.275 accessi di cui 32.708
paganti, pari al 15,48%. Complessivamente le prestazioni sono
state 923.600 di cui 122.774 paganti, pari al 13,29%. Sorbi poi
da' i dati relativi solo agli italiani: 174.769 accessi di cui
25.732 paganti, pari al 14,72%; 785.339 prestazioni di cui 95.042
paganti, pari al 12,1%. "O si accerta che a Bologna e provincia
la quasi totalita' delle persone ha varcato la soglia della
poverta'- riflette Sorbi- oppure e' necessario attivare, anche
sotto il profilo sanitario e senza indugi un risolutivo, serio e
improcrastinabile controllo di chi ha veramente diritto alle
prestazioni sanitarie".
Per il casiniano "questa situazione non e' piu' tollerabile,
questi dati provinciali lo dimostrano". Le "cause di questo
desolante, inaccettabile quadro, che se trovasse conferma nelle
altre province ,potrebbe portare ad un tracollo economico della
gia' dissestata sanita' regionale, sono molteplici". Causa prima
a livello locale e regionale, accusa Sorbi, "una politica
sanitaria del 'tutto e' dovuto' ed in aggiunta, per gli
italiani, uno scaglionamento di reddito in chiave buonistica".
Gli stranieri, poi, "che affollano copiosi quotidianamente i
pronto soccorso, senza scadere in una posizione di becero
razzismo, e' innegabile che a Bologna e provincia, abbiano
trovato il 'paese del bengodi'", dice ancora il consigliere.
Sorbi boccia anche "lo strombazzato progetto 'Casa della Salute'
che a detta dell'Ausl avrebbe dovuto diminuire gli accessi alle
strutture ospedaliere", e che "rimane un sogno, perche' nei
Comuni dove sono gia' presenti, non vi sono attrezzature ne
personale che possano offrire prestazioni qualificate in
alternativa al pronto soccorso, che hanno visto al contrario un
notevole aumento nelle richieste negli accessi".
Occorre, quindi, esorta Sorbi, "che Regione, Ausl operino un
serio e rigoroso controllo per discernere chi versa realmente in
condizioni disagiate e chi millanta una poverta' legalizzata dal
buonismo orbo, estirpando ogni forma di illegalita' tendente a
celare ricchezza". E' possibile, conclude, "che su circa un
milione di prestazioni presso i pronto soccorsi, i paganti siano
uno su dieci?".
(Wel/ Dire)
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