EMILIO FRANZONI (SANT'ORSOLA):"MA BISOGNA CONTINUARE LAVORO SENSIBILIZZAZIONE DI INSEGNANTI E FAMIGLIE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 mar. - Le linee guida
ministeriali sulla somministrazione di farmaci salva-vita
(epilessia, fibrosi cistica, asma, ecc.) a scuola sono state
adottate nel 2005. Cinque anni piu' tardi, la Regione
Emilia-Romagna si e' dotata di linee guida proprie per le aziende
sanitarie sull'epilessia. Il "Percorso Epilessia", questo il nome
del documento adottato il 27 dicembre 2010, mira a organizzare
l'assistenza integrata delle persone affette da questa patologia
cronica che riguarda ovviamente i diversi ambiti di vita e,
quindi, anche quello scolastico. "In questa regione c'e'
sicuramente piu' attenzione su queste problematiche che in altre
- dice Emilio Franzoni, direttore dell'unita' operativa di
Neuropsichiatria infantile dell'azienda ospedaliera-universitaria
Sant'Orsola - ma le situazioni sono variegate e variabili e non
e' detto che questi interventi vengano fatti dappertutto, anche
in una regione come l'Emilia-Romagna". Franzoni fa parte del
gruppo di lavoro regionale epilessia che ha partecipato alla
stesura delle linee guida. "Da noi arrivano famiglie anche da
fuori regione che non sanno nemmeno dell'esistenza delle linee
guida ministeriali perche' le scuole si guardano bene dal dirlo -
continua - La diffidenza e' grande, soprattutto per cio' che
riguarda la responsabilita': ecco perche' bisogna proseguire il
lavoro di sensibilizzazione e informazione rivolto a scuole,
insegnanti e famiglie".
Di chi e' la responsabilita' per la somministrazione dei
farmaci? Secondo quanto stabilito nelle linee guida ministeriali,
la somministrazione deve avvenire sulla base delle autorizzazioni
rilasciate dall'Azienda sanitaria locale e solo nel caso in cui
non siano richieste conoscenze specialistiche di tipo sanitario.
Nonostante questo permane una certa diffidenza nel dare le
medicine agli studenti. "Cio' che la scuola non ha ancora capito
e' che la responsabilita', nel caso succeda qualche imprevisto,
e' del medico che ha prescritto il farmaco - spiega Franzoni - La
scuola ha, invece, il dovere di individuare una o piu' persone
che siano in grado di intervenire". Ma quali potrebbero essere
gli "imprevisti" conseguenti alla somministrazione di un farmaco
per fermare la crisi epilettica? "Puo' capitare che, nonostante
la medicina, la crisi non si arresti - chiarisce Franzoni - e in
questo caso il personale scolastico deve chiamare il 118". Capita
spesso, invece, che gli insegnanti chiamino i genitori nel caso
si verifichi una crisi prima ancora di aver dato il farmaco al
bambino. "Cio' significa che ai genitori non viene garantito che
i loro figli ottengano l'assistenza di cui hanno bisogno a scuola
- continua - Ma se, in presenza di una prescrizione medica, i
genitori possono dare un farmaco al proprio figlio senza essere
ne' infermieri ne' medici, non vedo perche' non dovrebbero
poterlo fare gli insegnanti o il personale scolastico".
(Wel/ Dire)