(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 mar. - A garantire ordine e
sicurezza al Centro di identificazione ed espulsione di Lamezia
sono, ogni giorno, da 4 agenti della polizia di Stato che
dipendono direttamente dal commissariato di pubblica sicurezza
lametino e 10 uomini del reparto mobile di Reggio Calabria, i
quali si alternano in cinque turni quotidiani. Vi e' poi una
postazione con 60 militari (12 a turno). Le autorita' che
vigilano sulla struttura garantiscono sul fatto che, attualmente,
i trattenuti all'interno del Cie sono tutti maggiorenni.
Il Centro di Pian del Duca ha 18 stanze, in ognuna vi risiedono
3-4 persone. Raffaello Conte, presidente della cooperativa
"Malgrado tutto" che gestisce il centro spiega che ad ogni
recluso del Cie vengono dati 5 euro al giorno per le sigarette,
la pulizia personale, la ricarica telefonica. Per ogni straniero
in attesa di espatrio, la prefettura eroga quotidianamente 43
euro "ma - afferma Conte - ci hanno fatto sapere che molto
probabilmente la retta sara' abbassata a 30 euro. Se cosi' sara'
ci troveremo in notevole difficolta' perche' gia' la gestione
della struttura col budget attuale non e' facile". Conte rigetta
in toto le lamentele dei detenuti del Cie e dichiara:
"Provvediamo ogni giorno perche' non manchi nulla a nessuno.
Dall'assistenza medica a quella legale, dalla consulenza
psicologica ad un buon pasto. Si tratta di persone che sono ormai
portate a travisare la realta' della loro condizione, ad
esagerare i loro problemi effettivi per cercare di fare colpo su
chi di tanto in tanto viene a visitare la struttura". Il gestore
del centro afferma che, durante la giornata, gli stranieri in
attesa di espulsione possono guardare la televisione che hanno in
camera o giocare a pallone nel cortile, uno spiazzo all'interno
della struttura incastrato fra cancelli e ogni sorta di
protezione. Se l'assistenza medica riscontra che qualcuno dei
reclusi ha una malattia infettiva, allora il malato viene mandato
subito in ospedale perche' la sua permanenza nella struttura non
e' piu' possibile.
Se arrivano stranieri gia' malati si avvia la profilassi per la
malattia e scatta, anche in questo caso, l'incompatibilita' con
la permanenza nel Cie. Conte tiene a puntualizzare: "Fra i
trattenuti del centro ci sono persone che si sono macchiate di
crimini gravissimi ma, nei loro confronti, tutti gli operatori
della struttura hanno avuto sempre un comportamento umano e
rispettoso dei diritti".
Conte ricorda inoltre che l'attuale Cie, ex Centro di permanenza
temporanea, e' stato il primo approdo per migliaia di profughi
curdi circa quindici anni fa. "Siamo stati noi ad accogliere
l'incredibile flusso migratorio che investi' la costa ionica
catanzarese e precisamente il paese di Badolato. Abbiamo fatto
fronte alle grandi emergenze in ogni momento tra mille
difficolta' di ogni genere"
(Wel/ Dire)