LA PROPOSTA LANCIATA DURANTE IL III CONGRESSO DEL SINDACATO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 mar. - Uno screning in tre
mosse per individuare i bambini che potrebbero incorrere, nella
loro vita da adulti, nel rischio di malattie cardiovascolari. È
quello proposto dall'Unione italiana pediatri guidata da Antonio
de Novellis durante il III Congresso del sindacato che si e'
svolto nello scorso weekend a Sabaudia, Latina. In Italia la
misurazione del colesterolo nei piu' piccoli si fa poco e a
macchia di leopardo. Tanto che, secondo un'indagine condotta
proprio da de Novellis e dal professor Francesco Martino della
Sapienza su 400 bambini di Fondi e dintorni, e' emerso che solo
il 4-5% aveva fatto questo tipo di controllo. Di qui la proposta
della professoressa Ornella Guardamagna dell'Universita' di
Torino di uno screening in tre mosse basato su tre semplici mosse
che partono da due domande: i genitori hanno dislipidemia (ovvero
alterazioni qualitative/quantitative di colesterolo)? In famiglia
ci sono stati casi di infarto, ictus, malattie cardiovascolari in
genere? Se la risposta e' si' "bisogna far effettuare al bambino
un dosaggio del colesterolo totale, delle Hdl e dei
trigliceridi". In caso di risultati anomali vanno prima corretti
gli stili di vita "poi ripetuti gli esami e se il risultato e' di
nuovo preoccupante- spiega Guardamagna- bisogna contattare un
centro specializzato per lo studio delle dislipidemie infantili".
Poche semplici mosse per mettere al sicuro la salute dei piu'
piccoli, che poi sono gli adulti del futuro. A tale scopo e'
stato anche lanciato il progetto Child, acronimo di Children
Inherrited Lipoprotein Disorders, che punta proprio alla
prevenzione del rischio cardiovascolare in bambini con
familiarita' per dislipidemia. I pediatri aderenti potranno
distribuire semplici questionari alle famiglie per fare uno
screening dei bambini potenzialmente a rischio. Tenendo sempre a
mente il fatto, ha spiegato il professor Martino al Congresso,
che "le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel
mondo". E sono anche "la voce piu' importante della spesa
farmaceutica", ha aggiunto Patrizia Salice, del Policlinico
Mangiagalli di Milano. Anche per questo, ha aggiunto Lorenzo
Iughetti, universita' di Modena Reggio, ricordando un vecchio
slogan pubblicitario "prevenire e' meglio che curare".
(Ami/ Dire)