(DIRE - Notiziario salute) Roma, 14 mag. - Mappare il Dna 'malato' per identificare il farmaco giusto per guarire dalle leucemie, ma anche da alcuni tumori 'solidi', come quello al colon e al polmone. Anche a Bologna, al Policlininico Sant'Orsola, si sta usando una tecnologia che riesce a ricostruire nel Dna 'il puzzle' della malattia individuando i punti che si sono alterati. E' questo il tema del convegno che si e' svolto venerdi' scorso al dipartimento di Ematologia, dove i ricercatori del gruppo di Giovanni Martinelli stano lavorando a uno studio europeo chiamato "Iron" (Interlaboratory robustness of next generation sequencing) che, appunto, applica la genetica alla ricerca per la guarigione dai tumori al sangue.
"La possibilita' di sequenziare le regioni genomiche implicate nella risposta ai farmaci- ha spiegato Martinelli- ci permette di identificare sia il farmaco piu' efficace per il singolo paziente, sia l'esatto dosaggio, la quantita' di medicinale tollerata o che e' opportuno che assuma". Un fatto, questo che puo' consentire l'uso inappropriato di farmaci costosi, se inefficaci e risparmiare inutili effetti collaterali ai pazienti.
A margine del convegno, il direttore del Dipartimento di Ematologia, Michele Baccarani, ha spiegato che Bologna non e' il primo luogo dove si sta usando questo tipo di programma.
Tuttavia, coi suoi numeri, il Seragnoli e' il centro piu' grande d'Italia per la cura delle leucemie. "Ogni anno assistiamo circa 5.00 pazienti e contiamo 600 ricoveri, oltre che 150 trapianti. Il 30% circa dei pazienti viene da fuori".
Il centro ha 40 posti letto, 15 persone che lavorano nella segreteria della ricerca clinica, 20 tra biologi e medici strutturati. E poi ci sono i ricercatori a tempo determinato, circa 70. "Gli stessi per i quali ogni anno bisogna trovare circa due milioni di euro per i contratti". E' "un peccato- ha concluso- che non si riesca a dare loro prospettive di lavoro piu' lunghe".
(Wel/ Dire)