"DA QUELLO PSICODINAMICO INTERVENTI MIRATI E ATTENTI A CONTESTO".
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 12 lug. - "È bene sapere che la diagnostica relativa al Manuale dei disturbi mentali (Dsm 5), e il modo in cui e' stata pensata la sua diffusione commerciale, inevitabilmente condizionera' il dibattito scientifico e il clima sociale, fino alle sue diramazioni piu' 'pop'. E' quindi importante disporre di alternative, come per esempio il Manuale diagnostico psicodinamico (Pdm), perche' se il Dsm si propone come una tassonomia di patologie o di disturbi psichici, il Pdm e' una tassonomia di persone". Cosi' Vittorio Lingiardi, professore ordinario in Psicologia Clinica presso la Facolta' di Medicina e Psicologia dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma, ha spiegato in un'intervista all'Agenzia di stampa Dire la differenza che c'e' tra i sistemi diagnostici Dsm 5 e Pdm.
"Il Manuale diagnostico psicodinamico- ha precisato lo psichiatra- e' la prima nosografia sistematica dei disturbi psichici esplicitamente fondata su un modello psicodinamico sostenuto dalla ricerca empirica e in dialogo con il cognitivismo e le neuroscienze. Uno dei suoi principali obiettivi- ha precisato- e' la promozione di una cultura diagnostica capace di affiancare alla diagnosi-label una diagnosi-subject, sviluppando una conoscenza del paziente idiografica oltre che nomotetica, e quindi utile alla pianificazione di interventi terapeutici mirati e attenti al contesto".
Il direttore della scuola di specializzazione in Psicologia Clinica de 'La Sapienza' ha curato con Franco Del Corno l'edizione italiana del Pdm (tradotta da Francesco Gazzillo e pubblicata in Italia da Raffaello Cortina Editore), e ora sta lavorando in un gruppo internazionale alla nuova edizione: il Pdm-2.
(Wel/ Dire)