"EQUIPARARE INVECE STIPENDI DEI PUBBLICI A STANDARD EUROPEI".
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 5 lug. - "Di fronte alla proroga dell'intramoenia allargata al 31 ottobre, applicare la Legge 120 del 2007 (effettuarla dopo l'orario di lavoro) come chiede il senatore Marino, non serve per interrompere il circolo vizioso che si protrae da piu' di un decennio e ha comprovocato il conflitto di interessi alla base delle liste di attesa". Lo dice in una nota Maurizio Angeloni, consigliere nazionale Ugl Medici, che aggiunge: "In Italia, infatti, si sa, e' ormai tradizione che 'fatta la legge trovato l'inganno', per cui gli stessi legislatori si inchinano al potere elettorale delle classi a cui le leggi stesse sono dirette e le modifichino o le ignorino a loro favore".
Per questo motivo la legge 120 del 2007, e ancor prima il DLgs 229/1999, per Angeloni "sono state di fatto 'una opzione' e non un dovere, come si verifica in altri paesi, piu' seri, dove le leggi del Parlamento o i Decreti del Governo sono emanate per essere appplicate e non eluse. Il normare la intramoenia allargata, come fu fatto a suo tempo dalla Bindi senza avere la possibilita' di applicarla in pieno, mancando le infrastrutture adatte, era evidentemente parte di una strategia demagogica per nascondere dietro apparenti buone intenzioni la mancanza di volonta' di modificare lo status quo".
Secondo Angeloni, "percio' il senatore Marino, per altro professionista e politico di specchiata competenza, dovrebbe tener conto di questa anomalia tutta nostrana, piu' che riproporre vecchie regole, concepite per non essere applicate.
Oggi, per quelli che hanno a cuore il Ssn e la professione medica intesa come servizio ai pazienti e non solo come mera fonte di guadagno, e' inutile riproporre leggi o misure per una intra-moenia allargata che non e', nella maggior parte dei casi, altro che una libera professione pura a casa propria, utile soprattutto soprattutto per risuscitare sanita' privata parassitando quella pubblica. Al contrario- conclude- occorre equiparare gli stipendi dei sanitari pubblici agli standard europei e pretendere per i lavoratori del Ssn un rapporto esclusivo a tempo pieno, dimenticando i pretestuosi riferimenti al diritto di esercitare una libera professione che non troverebbe neanche una collocazione adeguata in una medicina altamente avanzata".
(Wel/ Dire)