CGIL: NO TURNOVER SU 500 PENSIONAMENTI, COSI' NON SI REGGE.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 2 lug. - Nel 2012 le aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna dovranno risparmiare 25 milioni di euro sul costo del personale, sanitario e non, riducendo l'organico di circa 500 unita' grazie al blocco del turnover.
Ovvero, non tutti i medici, infermieri e amministrativi che andranno in pensione saranno sostituiti. Il calcolo lo fa Maurizio Frigeri, responsabile sanita' della Fp-Cgil regionale, sulla base delle linee di programmazione e finanziamento delle aziende sanitarie regionali per il 2012 approvate dalla Regione il 21 maggio scorso. Per ogni azienda sanitaria, viale Aldo Moro indica i vincoli da rispettare per garantire l'equilibrio di bilancio. Gli obblighi piu' stringenti sono per l'Ausl e il Policlinico di Ferrara, che devono ridurre del 2% la spesa per il personale e possono attuare il turnover al 65%. Stretti anche i vincoli per l'Ausl di Bologna: entro l'anno deve risparmiare l'1,5% di spesa per il personale e il turnover e' bloccato all'80%.
Le Ausl di Forli' e Cesena devono ridurre rispettivamente dell'2% e del 1% la spesa per il personale, con il turnover fermo al 90%. Obblighi simili anche per le Ausl di Ravenna e Imola e per i Policlinici di Bologna, Modena e Parma: spesa per il personale ridotta dell'1% e turnover al 90%. Infine, alle Ausl di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, oltre che al Policlinico di Reggio Emilia, "non sono richiesti obiettivi specifici per quanto riguarda la gestione economica del personale". Per tutte le aziende vale invece l'obbligo di "limitare il ricorso all'utilizzo di contratti di lavoro flessibile": in particolare va ridotta del 7% la spesa per contratti di lavoro interinale e collaborazioni. Allo stesso modo, la Regione invita le aziende sanitarie a un "generale contenimento delle assunzioni a tempo determinato". Le aziende sanitarie, precisa ancora la Regione nelle linee di indirizzo 2012, "risultano autonomi nel determinare la propria voce di spesa complessiva per le risorse umane, compatibilmente con il proprio equilibrio economico complessivo e con la verifica di raggiungimento del medesimo.
Qualora emerga l'impossibilita' del perseguimento dell'obiettivo dell'equilibrio economico-finanziario complessivo, l'azienda e' tenuta a provvedere, senza ritardo, all'adozione di misure di contenimento e/o riduzione della spesa del personale, compreso il blocco parziale o totale del turnover, delle ulteriori assunzioni e dell'attivazione di rapporti di lavoro autonomo". Secondo i sindacati, i vincoli della Regione sono gia' il segno che il sistema sanitario non puo' reggere ulteriori tagli imposti a livello nazionale.
Proprio per oggi tutte le sigle sindacali di settore hanno indetto il "Sanita' day", una giornata di mobilitazione in tutta Italia "per difendere" il sistema sanitario nazionale, allarmati per l'ulteriore riduzione di fondi (otto miliardi di euro in meno in tre anni) su cui sta ragionando il Governo e su cui si e' consumata la rottura, nei giorni scorsi, tra il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e le Regioni. "Non capiamo dove si possa tagliare ancora- dice oggi in conferenza stampa Claudio Aurigemma, segretario regionale dell'Anaao- siamo arrivati alla frutta. Siamo di fronte a un continuo depauperamento di un diritto fondamentale dei cittadini". Di questo passo, insiste Aurigemma, "il Servizio sanitario nazionale diventera' un sistema povero solo per i poveri. Se passano questi ulteriori tagli, il commissariamento sara' esteso a tutte le Regioni: il sistema e' gia' al collasso, al di sotto non si puo' andare". In mancanza di segnali positivi, avvertono i sindacati, "sara' indetto uno sciopero il 27 ottobre e faremo una manifestazione imponente a Roma". In Emilia-Romagna, a causa dei tagli nazionali, si e' gia' provveduto a una riorganizzazione riducendo sia il personale sia le strutture sanitarie e ospedaliere. I sindacati parlano, ad esempio, di una "mancanza di circa 250 anestesisti" a livello regionale e di una carenza di chirurghi. Le liste d'attesa, sostengono i sindacati, si allungano proprio per la mancanza di personale e non per problemi di organizzazione. "Fino al 2018 avremo una gobba pensionistica enorme- spiega ancora Aurigemma- avremo grosse difficolta' in chirurgia, ortopedia, geriatria e cardiologia".
Ai tagli alla sanita', denunciano ancora i sindacati, si aggiunge anche "lo stress continuo" per il rischio clinico. "Siamo l'unico Paese al mondo insieme al Messico dove e' previsto il reato penale" per i medici che sbagliano, sottolinea Massimo Laus, segretario regionale del sindacato dei primari. Questa paura porta i professionisti anche a prescrivere "esami inutili. In un anno- calcolano i sindacati- vengono spesi 12 miliardi di euro per la medicina difensiva". E domani intanto dovrebbe scattare una nuova infrazione a carico dell'Italia, da parte della Ue, per il mancato rispetto della normativa sui riposi. Un altro frutto, secondo i sindacati, della carenza di personale.
(Wel/ Dire)