BREVETTATO DA RICERCATORI DI STRUTTURE DEL CONSIGLIO NAZIONALE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 gen. - Si chiama (1-11)E2 ed
e' un vaccino di nuova generazione, capace di innescare una
risposta immunitaria contro il beta-amiloide, un peptide che si
accumula nel cervello dei malati di Alzheimer, causando danni
alla memoria e alle capacita' cognitive. A realizzarlo, due
istituti napoletani del Consiglio nazionale delle ricerche:
l'Istituto di genetica e biofisica (Igb-Cnr) e l'Istituto di
biochimica delle proteine (Ibp-Cnr). Lo studio e' stato
pubblicato sulla rivista Immunology and Cell Biology.
La molecola, per la quale e' stato appena concesso il brevetto
italiano e per cui e' stata depositata una domanda di brevetto
internazionale, consiste in una proteina chimerica, ottenuta
cioe' dalla fusione di due proteine diverse: un piccolo frammento
del peptide beta-amiloide, coinvolto nell'Alzheimer, unito con
una proteina batterica. La sostanza e' capace, in provetta, di
auto-assemblarsi formando una struttura simile a un virus per
forma e dimensioni. "Sono ormai 10 anni che ricercatori di tutto
il mondo stanno esplorando la possibilita' di prevenire
l'Alzheimer con un vaccino: le prime sperimentazioni sull'uomo
hanno acceso molte speranze, ma anche evidenziato possibili
effetti collaterali gravi, che ne impediscono l'utilizzo", spiega
Antonella Prisco, dell'Igb-Cnr, coordinatrice della ricerca.
"Usando il bagaglio di esperienze accumulato, abbiamo messo a
punto la molecola (1-11)E2, cercando di minimizzarne i rischi per
l'organismo e di ottimizzarne l'efficacia terapeutica". La
sperimentazione e' attualmente nella fase pre-clinica, che
prevede la somministrazione del vaccino a topi normali. Il passo
successivo consiste nel testare l'efficacia terapeutica e i
possibili effetti collaterali in topi transgenici che sviluppano
una patologia simile all'Alzheimer. "Il vaccino che abbiamo
prodotto induce rapidamente una forte risposta anticorpale contro
il peptide beta-amiloide e polarizza la risposta immunitaria
verso la produzione di una citochina anti-infiammatoria,
l'interleuchina-4, confermando le proprieta' immunologiche
auspicate", precisa la ricercatrice dell'Igb-Cnr. "Attualmente si
ricorre ampiamente ai vaccini per prevenire le malattie
infettive, ma anche una patologia come l'Alzheimer potrebbe
essere prevenuta o curata mettendo in atto un processo simile",
conclude Piergiuseppe De Berardinis dell'Ibp-Cnr. "Il vaccino
induce la produzione di anticorpi, questi ultimi si legano al
peptide che causa la malattia, favorendone cosi' l'eliminazione.
Ora stiamo lavorando sui 'carrier', molecole o micro-organismi
utili a convogliare la risposta immunitaria sui bersagli
desiderati".
(Gas/ Dire)