(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 gen. -"La teoria cognitiva
viene spesso proposta come la sola psicologia effettiva o
esistente perche' risponde a canoni che lei stessa si e' data. In
verita' sono canoni condivisi, relativi alla misurabilita' ed
alla quantificazione, pero' esistono altre psicologie che pur non
ponendosi l'obiettivo della misurabilita' poi si dimostrano
efficaci anche secondo quegli stessi canoni della misurabilita'.
Quindi, a fronte di una disciplina che legittima se stessa in
nome di quei canoni, ne esistono altre che danno risultati
migliori al di la' dell'aspettativa razionalistica". La pensa
cosi' Claudio Widmann, analista junghiano, in merito alle linee
guida sull'autismo presentate a Roma e che privilegiano
l'approccio terapeutico cognitivo comportamentale lasciando fuori
tutti gli altri approcci.
"A questo punto- ha continuato- dobbiamo domandarci se gli
aspetti sottili della personalita', come le emozioni, la psiche,
siano una secrezione della materia oppure se godano di uno stato
particolare. Nessuno nega che le emozioni abbiano bisogno di un
supporto fisico, pero' c'e' una parte della psicologia che non
identifica il software con l'hardware. Quindi, se non
identifichiamo la psiche con la mente possiamo avere approcci
diversi, basati sulla qualita' della relazione, che abbiano a che
fare con l'immaginario (nel senso che le immagini hanno una vita
autonoma rispetto alla psiche) o ancora con le emozioni intese
come realta' primaria". Alla luce di questo documento, "credo che
sia necessario, da un punto di vista clinico, promuovere una
riflessione piu' critica che porti a definire delle linee guida
sulla base della conoscenza clinica. È necessario che tutti
coloro che vedono la psiche come realta' primaria escano dal
guscio e si attivino per diffondere e far sentire alla comunita'
scientifica una voce diversa da quella che legittima se stessa.
In ogni caso- ha precisato Widmann- ci sono gia' delle
codificazioni di criteri di scientificita' che non sono quelli
della misurabilita' e della scienza positivistica. Si tratta di
criteri di conoscenza interna. Una psicoterapia per essere
scientifica deve avere un quadro di riferimento chiaro che abbia
una concezione della teoria della personalita' definita. Deve
esserci una visione psicodinamica della personalita' con una
descrizione della patologia chiara, inoltre deve esserci una
teoria del metodo e solo alla fine una tecnica. Gia' questa
progressione e' un criterio di scientificita', scientificita'
umanistica e la ricerca epistemologica va affermando criteri di
questo tipo".
Per cio' che concerne i costi delle terapie cognitivo
comportamentali, l'analista ha affermato che si tratta di "un
abbaglio della nostra scientificita'. L'aspetto della lunghezza
dell'analisi rispetto alla brevita' delle terapie comportamentali
e' un paradosso. Non e' vero che gli interventi pragmatici sono
piu' brevi di quelli analitici. Esiste un evidente equivoco tra
lunghezza degli interventi e l'impegno economico. Gli interventi
sul comportamento possono richiedere anche macchinari, quindi
sono molto piu' onerosi di quelli analitici. Nell'approccio
cognitivo comportamentale- ha concluso Widmann- parlare di
vantaggio economico e' ancora una volta autoreferenziale".
(Wel/ Dire)