(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 gen. - Le linee guida
sull'autismo devono offrire alle famiglie e ai pazienti "un
ventaglio di soluzioni", devono "considerare tutti gli approcci
terapeutici validi. È nel rapporto medico paziente, poi, che deve
avvenire la scelta della terapia piu' giusta". La pensa cosi'
Paola Binetti, deputata Udc e membro della commissione Affari
sociali della Camera, in merito alle linee guida sull'autismo
prodotte dall'Iss che saranno presentate domani a Roma. "Vorremmo
che queste linee guida- commenta la deputata- fossero
integrabili". Al momento le linee guida privilegiano l'approccio
cognitivo comportamentale lasciando fuori altri approcci come
quello relazionale. "Oggi- ricorda la deputata, specializzata in
neuropschiatria infantile- non c'e' certezza nelle cause
dell'autismo, ne' nel tipo di interventi da attuare. È stato un
bene aver fatto ordine in un tema cosi' complesso, ma le linee
guida dovrebbero restare aperte, bisogna lasciare la porta aperta
ad altre soluzioni oltre agli approcci cognitivo comportamentali
che sono molto costosi e, visto il periodo di tagli e crisi,
difficilmente potranno essere resi gratuiti o piu' accessibili
per le famiglie. Guardiamo con grande rispetto alla posizione del
ministero, ma una consolidata esperienza ci dice che esistono
ance strade meno costose.
Speriamo che la ricerca mantenga campo libero anche per altre
soluzioni che sono accompagnate da dati scientifici seri.Con
questo testo si fa un'esplicita scelta di campo, limitando la
ricerca al solo approccio cognitivo comportamentale, come
intervento primario, su cui poi si investiranno risorse
economiche e speranze". Le linee guida sull'autismo "indicano
solo uno dei possibili metodi terapeutici- ha precisato-
mortificando cosi' molte altre realta' che con la stessa serieta'
stanno esplorando altre strade. Perdere di vista i diversi
contributi terapeutici- ha aggiunto l'esponente Udc- sembra poco
scientifico e limitante sul piano umano". Il documento "prende in
considerazione una varieta' di iniziative che vengono poi
stigmatizzate in un unico approccio cognitivo comportamentale e
non esamina altri modelli terapeutici che possono vantare
risultati molto interessanti. Non chiediamo al Ministero di
sostituire questo modello con un'altra formula, noi vogliamo
valorizzare quello che e' stato fatto in questi anni nell'ambito
della ricerca scientifica, vogliamo mantenere la ricerca molto
piu' aperta e offrire assistenza alle famiglie". Le linee guida
"erano attese da tempo, essendo questa una patologia che comporta
grandi sofferenze che contagiano tutta la famiglia. Ma in questa
attesa- ha sottolineato l'esponente Udc- molte realta', di grande
sensibilita' sociale e umana, hanno raccolto dati e fornito
ricerche davvero interessanti che non possono non essere tenute
in considerazione". Il metodo terapeutico che viene proposto, e
sul quale "sembrano concentrarsi tutti gli argomenti scientifici,
e' anche molto costoso. Costi- ha sottolineato Binetti- che
dovranno essere affrontati dalle famiglie e dal servizio
pubblico. Fare un super investimento in un solo ambito va a
discapito di altri approcci, che non solo sono scientificamente
validi ma potrebbero costare anche meno. La ricerca scientifica
deve basarsi sull'evidenza, ma l'evidenza non e' solo statistico
quantitativa, e' anche qualitativa. Ridurre tutto alla
valutazione quantitativa- ha concluso l'onorevole- come base di
validita' scientifica di un modello terapeutico, e' parziale
perche' stiamo parlando di scienze complesse".
(Wel/ Dire)