(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 gen. - Non solo i raggi
ultravioletti possono causare il melanoma. Tre geni, gia'
presenti nel corpo umano, possono infatti influenzare l'insorgere
del tumore della pelle anche in persone, o parti del corpo, poco
esposte al sole. C'e' anche la firma dell'Ausl di Cesena, nello
specifico dell'unita' operativa di Dermatologia, nella ricerca
pubblicata sulla rivista scientifica "Nature Genetics". Lo
studio, condotto da un team internazionale, e' stata coordinata
da Tim Bishop, professore di Epidemiologia genetica al Cancer
research centre dell'Universita' di Leeds, e ha visto la
partecipazione italiana appunto dell'ospedale Bufalini di Cesena
e del dipartimento di Genetica dell'Ateneo di Genova. I
ricercatori hanno individuato alcune mutazioni genetiche che
"giustificherebbero l'insorgenza di melanomi indipendentemente
dal fototipo, dal colore di occhi e capelli e dal numero di nei
delle persone- spiega l'Ausl di Cesena in una nota- anche in
assenza di eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette".
In Italia ogni anno sono 6.000 le persone a cui viene
diagnosticato il melanoma, sottolinea Donato Calista,
responsabile dell'ambulatorio Dermatologia melanoma dell'Ausl di
Cesena. La maggior parte di questi casi nasce proprio da
un'eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette. "Fino a
qualche mese fa- racconta Calista- non ci spiegavamo come alcuni
melanomi potessero insorgere in persone che nell'arco della loro
vita si erano esposte pochissimo al sole o in sedi usualmente
protette dalle radiazioni ultraviolette, come le natiche o le
superfici plantari". La scoperta di questi tre nuovi geni pare
aver risolto, almeno in parte, il mistero ed e' stata possibile
dal confronto di 3.000 pazienti affetti da melanoma con 8.000
soggetti sani. "E' stimabile che gli italiani portatori delle
mutazioni recentemente scoperte siano meno del 4%", calcola
Calista. Il primo gene, denominato Mx2 era gia' conosciuto
perche' collegato allo sviluppo della narcolessia. Il secondo,
chiamato Atm, regola invece il ciclo di riparazione del Dna
attraverso una proteina, che identifica un danno nel corredo
genetico della persona e invia il messaggio di pericolo alle
cellule che devono 'aggiustare' il Dna. Il mancato funzionamento
della proteina, per effetto della mutazione genetica, non
permetterebbe questo controllo. Il terzo gene, Casp8, regola la
morte programmata cellulare (apoptosi). La sua mutazione rende
'immortali' le cellule del corpo le quali, proprio perche' in
grado di riprodursi continuamente senza mai spegnersi, portano
alla formazione del tumore. "Le applicazioni nella pratica
clinica di tali risultati sono ancora in fase di valutazione-
spiega ancora Calista- non essendo possibile modificare in alcun
modo il corredo genetico dell'individuo. Per questo, dal punto di
vista della prevenzione del melanoma, rimangono validi tutti i
consigli fino ad ora forniti dai dermatologi: adeguata protezione
dalle radiazioni Uv e soprattutto auto-sorveglianza attraverso il
controllo metodico della propria pelle".
(Wel/ Dire)