'MA NUOVO PATTO NON PUÒ RIDURSI A RELAZIONE ISTITUZIONALE'.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 gen. - Il 2011 si e' chiuso
"con una notizia buona ed una cattiva: quella buona e' la ripresa
degli incontri tra Stato e Regioni per la definizione del nuovo
Patto per la salute. Quella cattiva e' che, in una
ingiustificabile coazione a ripetere, il tutto avviene a
prescindere da coloro che tale obiettivo dovrebbero assicurare".
Cosi' si e' espressa subito dopo Natale l'Anaao Assomed
attraverso il suo segretario Costantino Troise dopo i recenti
incontri tra ministro della salute e Regioni.
"Un nuovo patto per la salute non puo' ridursi ad un incontro
istituzionale o a formulazioni regolamentarie o ad algoritmi
economici- ha spiegato Troise-. La sostenibilita' non solo
economica del servizio sanitario richiede un ampliamento in un
vero patto sociale che recluti le intelligenze e le competenze
dei medici agli obiettivi che si intendono raggiungere. Non
vediamo come si possa parlare di livelli di assistenza sanitaria
senza definire i livelli organizzativi delle strutture, essendo
ormai evidente la asimmetria tra cio' che si deve fare e cio' che
si puo' fare, la tutela della salute che la costituzione impone
di garantire e le risorse a disposizione dei presidi sanitari.
Ne' come l'agenda del Patto possa evitare le problematiche del
personale che pure ne rappresenta la principale, e piu' costosa,
risorsa. La definizione degli standard dimensionali ed
organizzativi della spesa sanitaria diventa un artificio senza
livelli organizzativi minimi delle strutture sanitarie che tale
spesa devono utilizzare". Ne', ha spiegato Troise, "si puo'
ignorare che la medicina ospedaliera aspetta dai tempi di
Mariotti e Donat Cattin parametri organizzativi capaci di
garantire efficacia e sicurezza delle cure in coerenza con le
risorse economiche, tecnologiche ed umane disponibili. Se il
patto per la salute non si traduce in un nuovo compromesso
sociale tra Stato e professionisti i risultati saranno
prevedibilmente scarsi e la sanita' continuera' a rincorrere di
manovra in manovra le ragioni della propria sopravvivenza acuendo
il disagio dei cittadini".
(Wel/ Dire)