BOTTA E RISPOSTA A MODENA SU 'TRATTAMENTO' PER DISABILE 36ENNE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 23 feb. - Da una parte il
Codacons che ha convocato la stampa, mostra la foto di un
disabile con sindrome di Down avvolto in quella che ricorda tanto
una camicia di forza. Dall'altra, la Charitas Asp di Modena che
invece ha negato le accuse: quel ragazzo di 36 anni "non sta
affatto in quella situazione costantemente, e' cosciente e
consenziente" rispetto all'assistenza che gli viene offerta. Se
talvolta viene adottato un provvedimento di contenzione nei suoi
confronti ("con il consenso di un sanitario, la firma di un
operatore che autorizza l'intervento e secondo i protocolli
validati e controllati dall'Ausl") e' perche' soffre di un
comportamento "auto ed eterolesionista", cioe' fa male a se
stesso e agli altri. Per impedirglielo si ricorre alla
contenzione. L'alternativa sarebbe sedarlo ogni volta, ma questo,
hanno spiegato nei giorni scorsi alla Charitas Asp, e' un
approccio che va contro il percorso terapeutico di relazione
all'interno di un gruppo sociale.
Eppure il Codacons non demorde e promette di assistere
gratuitamente il padre di questo disabile di 36 anni nella
presentazione di un esposto in Procura. "Siamo tranquillissimi,
e' tutta una strumentalizzazione", ha fatto sapere il direttore
della Charitas Asp, Gabriele Benatti. Fabio Galli (Codacons
Modena) ha poi sottolineato: "E' normale che un disabile di 36
anni, a cui e' anche stato asportato lo stomaco, debba stare
costretto su una sedia a rotelle o siamo tornati indietro di 200
anni?". La risposta e' che e' abbastanza normale. Anzi Charitas
Asp ha infatti raccontato di aver contattato il padre del ragazzo
da cui ha appreso "che e' stato strumentalizzato da un gruppo di
genitori. Abbiamo 90 ragazzi qui- ha sottolineato Benatti- e
tutti i parenti sono contenti tranne un gruppo di 4-5 genitori
con cui da tempo il rapporto e' faticoso".
Galli ha quindi confermato che alla conferenza stampa di un
paio di giorni fa sono intervenuti anche altri genitori di
persone assistite alla Charitas Asp, "cinque o sei, che da tempo
pongono questioni o lamentele senza ricevere risposte". Benattiha
quindi spiegato, soprattutto sull'accusa di contenzione:
"Cogliere una situazione di un momento e' come vedere un albero
solo mentre cade...".
"Preferiamo forse che si distrugga la faccia? Preferiamo
sedare questo ragazzo? Noi- ha detto Benatti- facciamo quello che
e' giusto per il suo benessere quando insorgono le sue crisi
seguendo i protocolli della Ausl che permettono questa
contenzione nel rispetto dell'uomo. Ma questo ragazzo non e'
sempre cosi', quando e' in piscina, mentre lo lavano, e in tante
altre situazioni e' libero di muoversi". Chi dice che il ragazzo
e' sempre bloccato propone "una visione distorta della realta'.
Io ho parlato oggi pomeriggio con il padre di questo ragazzo e mi
ha detto che non ha niente contro di noi".
(Wel/Dire)