"GOVERNO AFFRONTI SUBITO PROBLEMI COME TURN OVER E PRECARIATO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 feb. - "Se qualcuno ha a
cuore le sorti del servizio sanitario pubblico la smetta di
parlare da solo e cominci a parlare con i medici". E' questo il
monito che il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino
Troise, rivolge a governo e regioni. Infatti, sottolinea Troise
"in una situazione in cui il taglio di posti letto (45.000 negli
ultimi anni con una riduzione di altri 30.000 promessa dal nuovo
Patto della salute) e di personale ha portato il sistema di
emergenza urgenza vicino ad un collasso che ricorda il periodo
bellico", non emerge la volonta' di governo e regioni di
"adottare misure immediate, quali deroghe per garantire il
turnover e ridurre il precariato che rappresenta fino al 50% del
personale, o di prospettiva, come potenziare l'assistenza
domiciliare e le strutture per le lungo-degenze, cosi' da
facilitare le dimissioni dei pazienti non acuti, implementare
l'azione di filtro dei medici di famiglia" per rendere piu'
appropriato l'accesso al pronto soccorso, calibrare la riduzione
di posti letto alla domanda di ricoveri nei singoli ospedali.
In un contesto del genere, precisa il segretario Assomed, "il
ministro della Salute ha gridato il suo 'basta' dalla prima
pagina del Corriere della Sera, non alle barelle nei ripostigli o
all'ammasso di ammalati in spazi angusti in violazione di privacy
ed umanita', ma alla libera professione 'allargata' dei medici
ospedalieri, diventata l'articolo 18 della sanita' italiana,
decretandone la fine al 30 giugno prossimo, come da decisione del
Parlamento. Finalmente una buona notizia per chi staziona nei
pronto soccorso italiani!". "Ribadisco la necessita' di
coinvolgere i medici nelle scelte di politica sanitaria- spiega
Troise- altrimenti si perde tempo, mentre il diritto delle
persone si arresta sulla soglia di un ospedale ed altre
penalizzazioni si preparano per chi, giorno e notte, si adopera
in condizioni sempre piu' difficili, a tutelare il bene piu'
prezioso dei cittadini. Ma anche i medici- avverte in conclusione
il segretario- potrebbero dire 'basta'".
(Wel/ Dire)