'PAPA' DEL PROVVEDIMENTO: CHIUDERE. PD E IDV: MA SERVE ALTRO TESTO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 feb. - Quando mori' Eluana
Englaro, il 9 febbraio 2009, il Parlamento non si occupo' d'altro
per giorni: la legge sul biotestamento era la priorita'.
Bisognava chiudere presto, dare al paese una normativa che,
secondo gli intenti della maggioranza di allora, quella guidata
da Silvio Berlusconi, doveva impedire che ci potesse essere un
nuovo caso Englaro. Bisognava dire un "no" chiaro all'eutanasia e
mettere regole rigide attorno alle disposizioni anticipate di
trattamento da parte dei cittadini. Ovvero nessuno stop ad
alimentazione e idratazione in caso di perdita permanente di
coscienza. Fatta eccezione per i casi in cui queste diventano
dannose per il paziente. Un passaggio che per gli operatori
sanitari "era gia' scontato". L'ultima parola deve sempre
spettare al medico.
Dunque, subito giu' il testo, firmato dal senatore Raffaele
Calabro', poi la corsa a Palazzo Madama per arrivare al si'. Una
corsa che ha subito un brusco rallentamento alla Camera dove il
testo e' passato dopo un iter lungo (due anni) e con diverse
modifiche. E ora il dimenticatorio: l'insediamento del governo
Monti ha messo all'angolo la legge (contestatissima fuori e anche
da una buona parte del Parlamento) che stava riprendendo il suo
cammino in commissione Sanita' al Senato. Ma c'e' chi non dispera
e pensa che si possa ancora chiudere, che la norma che affida al
medico l'ultima parola sul trattamento terapeutico che un
paziente puo' rifiutare o meno quando finisce in condizioni di
incoscienza permanenta 's'abbia da fare'. Interpellato dalla
Dire il 'papa'' di quel testo, Raffaele Calabro', e' stato
chiaro: una volta esaminati i provvedimenti legati alla crisi, il
Parlamento "dovra' riprendere in mano temi di cui si e' occupato
a lungo, compreso il testamento biologico che era in dirittura
d'arrivo e va chiuso entro questa legislatura". Per Calabro' e'
giusto chiudere: "c'e' stato un dibattito vivace che e' approdato
ad una strada ampiamente condivisa non solo nel centreodestra
come hanno dimostrato le votazioni in Parlamento".
Nella commissione Sanita', pero', gli animi si dividono. La
senatrice Franca Biondelli del Pd parla di "legge importante
perche' non si puo' piu' ricorrere ogni volta alla magistratura".
Per la sua collega di partito Donatella Poretti, senatrice
democratica ma anche e soprattutto radicale, in questa
legislatura non c'e' piu' spazio "per fare una buona legge. La
vicenda Englaro ha segnato il percorso del biotestamento". Meglio
rimandare. L'Idv chiede "un altro testo". La tensione, insomma,
resta alta, e le divisioni non si sono rimarginate. Il governo,
comunque, e' pronto a fare la sua parte. "Ho sempre detto che per
quanto riguarda la ripresa del disegno di legge sugli stati
vegetativi la parola e' alla commissione parlamentare. Se
riterra' di proseguire l'iter della legge il governo sicuramente
fara' la sua parte, attento a fornire elementi unitivi e non di
divisione". Ha spiegato il ministro della Salute Renato Balduzzi
a margine di un convegno sugli stati vegetativi.
"Secondo me ci sono altre priorita', altri provvedimenti che
hanno urgenza maggiore- chiarisce Biondelli alla Dire- ci sono
temi su cui lavorare come il rischio clinico, l'identificazione
delle protesi, mammarie e non solo. Il testamento biologico e' un
tema ovviamente importante, come lo sono pero' anche altri.
Comunque non si puo' piu' ogni volta ricorrere alla magistratura,
percio' una legge ci vuole". Anche Ignazio Marino, dalle file del
Pd, vuole la legge, ma, dice, "finora i risultati in Parlamento
sono stati deludenti". "Continuero'- spiega- a lavorare nella
societa' e in Parlamento per una legge condivisa che rispetti la
liberta' di scelta: coloro che desiderano tutte le terapie che
esistono oggi e quelle che esisteranno domani, dovranno essere
protetti e dovranno riceverle, mentre coloro che non le vogliono
dovranno poter essere liberi di rifiutarle ed accettare
liberamente la fine naturale della vita. Spero di trovare in
questo percorso anche il sostegno del governo". Per Felice
Belisario, Idv: "La chiusura dell'iter del ddl in questa
legislatura certamente ci deve essere. Ma non con la pessima
norma venuta fuori alla Camera. Riteniamo che quel testo- spiega
Belisario alla Dire- sia oscurantista. Non consente nulla, non
rispetta l'articolo 32 della costituzione, limita la liberta' di
cura dei cittadini, che non potranno scegliere le cure che
vogliono o meno". Chiede sostanzialmente l'archiviazione del caso
Donatella Poretti che non vede molte possibilita' di svolta sul
testo in questa legislatura. "Quella legge- spiega alla Dire la
senatrice- e' nata sull'onda della morte di Eluana e da quella e'
stata fortemente segnata. È piena di forzature. Certo, con il
cambio di governo oggi i parlamentari sono piu' liberi dai loro
schieramenti e hanno mano piu' libera sul voto e sulle modifiche
al testo. Ma non penso- continua- faremmo un gran servizio al
paese in questa legislatura. Sara' difficile tirar fuori un buon
testo che consenta un diritto positivo, una liberta' di scelta
vera a medici e pazienti".
(Ami/ Dire)