ACCELERARE SU PROVVEDIMENTO PER TRANSAZIONI ECONOMICHE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 feb. - "Rivedere i termini
previsti dalla legge per gli indennizzi a favore di quanti hanno
subito danni derivanti da complicanze irreversibili a causa di
vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di
emoderivati e, soprattutto, garantire una tutela anche a chi,
essendo venuto a conoscenza troppo tardi della possibilita' di
ottenere l'indennizzo, ha presentato la domanda oltre i termini
previsti dalla legge". Lo hanno chiesto il presidente dell'Italia
dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile Sanita' del
partito, Antonio Palagiano, in un'interrogazione al ministro
della Salute, Renato Balduzzi.
"La legge (n. 210 del 1992) prevede, infatti, che la richiesta
di indennizzo debba essere presentata entro tre anni, nel caso di
vaccinazioni o di epatiti post-trasfusionali, oppure entro dieci
anni, nei casi di infezioni da Hiv. Termine che decorre a partire
dal momento in cui, chi ha diritto al risarcimento, risulti
essere a conoscenza del danno subito. Tali termini decorrono
dalla data di entrata in vigore della legge stessa per coloro i
quali hanno subito un danno in precedenza. Ma, evidentemente, non
tutti hanno saputo della norma nel momento in cui e' stata
pubblicata e per questo hanno presentato domanda troppo tardi".
Continua la nota: "Si tratta spesso dei soggetti piu' deboli,
che non si sono attivati perche' non conoscevano i loro diritti,
o per l'oggettiva difficolta' di risalire all'origine della
patologia contratta. Crediamo che sia doveroso dare anche a loro
la possibilita' di essere risarciti, non e' certo una scadenza
temporale che puo' impedire a chi e' stato danneggiato dallo
Stato, di ottenere il risarcimento che gli spetta. Per questo
motivo, riteniamo opportuno rivedere i termini previsti dalla
legge per la richiesta di indennizzo". Nell'interrogazione,
inoltre, i due parlamentari chiedono al Ministro un'accelerazione
sul provvedimento d'urgenza che darebbe il via l'ibera alle
transazioni economiche per gli emodanneggiati, rinviato dal
maggio del 2011. "Attualmente, in Italia, i danneggiati da sangue
infetto sono oltre 70mila, mentre quasi 3000 sono le persone
decedute e, infine, ci sono 7.356 persone emodanneggiate che
attendono da anni di essere risarcite. Ma tutto e' ancora fermo.
Le ragioni "tecniche", per l'emanazione del provvedimento -
concludono Di Pietro e Palagiano - non trovano piu' alcuna
scusante di fronte a migliaia di vittime del sangue infetto che
da anni attendono di essere risarcite, che continuano ad
ammalarsi e, purtroppo, a morire, senza che venga loro
riconosciuto un diritto gia' sancito per legge".
(Wel/ Dire)