(DIRE) Roma, 6 feb. - La Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus (che
rappresenta 6000 pazienti affetti dalla malattia e circa
3.000.000 di portatori sani) e' fortemente preoccupata per la
discussione sul nuovo Patto per la Salute 2013-2015 nella quale
sara' considerata "l'abolizione della quota di Finanziamento
Finalizzato del Fsn (AIDS, Fibrosi cistica, etc.) con messa a
disposizione delle Regioni delle risorse dedicate nel fondo
indistinto". Come prevede la legge del 23 dicembre 1993, numero
548, sulle disposizioni per la prevenzione e la cura della
fibrosi cistica, le regioni devono predisporre nell'ambito dei
rispettivi piani sanitari, azioni programmate quali la cura e la
riabilitazione, la prevenzione primaria, l'informazione e la
formazione sanitaria e tutti gli interventi diretti a
fronteggiare la fibrosi cistica, considerando la malattia di alto
interesse sociale.
In un clima di tagli, "la richiesta da parte delle Regioni di
svuotare di contenuto economico la legge 548/93 produrrebbe gravi
danni sia in termini di sopravvivenza sia in termini economici,
vanificando le stesse intenzioni delle Regioni- spiegano dalla
Lega-. Stupisce e preoccupa che siano le stesse Regioni a
introdurre una riflessione del genere contro una legge avanzata,
presa come modello da altre patologie, e che in Italia ha portato
enormi benefici sia in termini di organizzazione, che di risparmi
e non ultimo in termini di durata della vita per i pazienti. La
legge, che rappresenta un unicum internazionale, e' finanziata in
misura insufficiente, in quanto i fondi non sono mai stati
rivalutati mentre i pazienti sono raddoppiati. Mercoledi' 8
febbraio 2012 la Conferenza delle Regioni discutera' la proposta
per il Patto per la Salute 2013-2015 e noi non vogliamo scoprire
che la malattia forse ha trovato un potente alleato, o meglio un
complice proprio in coloro che dovrebbero assicurarci la salute".
(Wel/ Dire)